La droga a Roma: triste primato e perché? – Raffaele Minelli
La droga a Roma un triste primato e tanti perché.
L’analisi che intendiamo svolgere si divide in due grandi aree: una relativa alla domanda e l’altra all’offerta.
La domanda
Che la domanda di droghe in città sia crescente viene certificata dai dati allarmanti che vedono per Roma l’aumento esponenziale dei reati connessi al commercio di tali sostanze; dall’estendersi dei punti di spaccio dalla città ai comuni contermini, ma soprattutto dall’esperienza di tante famiglie che constatano che l’iniziazione al consumo avviene nell’ambito delle conoscenze e spesso del nucleo familiare.
È noto nella storia dell’umanità che la ricerca di sostanze in grado di amplificare l’esperienza sensoriale è sempre stata presente.
Senza andare a tempi lontani ma soffermandoci a quelli più vicini, è sufficiente ricordare il diffondersi dell’alcolismo o quello del fumo del tabacco, pur essendo evidenti i danni provocati dall’abuso.
Sappiamo che il problema fu affrontato dapprima con il proibizionismo, con scarsi risultati; poi con la legalizzazione, ma con un crescente impegno pubblico con campagne sui danni provocati che hanno portato alla riduzione del consumo o indotto stili di consumo come bere l’alcol attenti alla qualità e alla moderazione nel caso dell’alcol o alla ricerca di congegni elettronici (le sigarette elettroniche) capaci di ridurre notevolmente il tasso di nicotina e i danni della combustione.
Nel caso del tabacco e nel caso delle droghe, in vari paesi si è scelto l’indirizzo alternativo al proibizionismo e quindi con la legalizzazione di quelle più leggere (hashish ).
Una strada però questa, che non mi sembra sia soddisfacente tranne ovviamente quello della lotta alla criminalità organizzata che però sposta l’attenzione verso droghe fuori legge.
Dando per scontato la crescita del numero dei consumatori, anche in Italia sembra prevalere la linea della legalizzazione partendo dalla vendita permessa di droghe leggere, ma tale impostazione come sappiamo condivisa da molti, non mi sembra accompagnata dalla divulgazione e dalla consapevolezza dei danni provocati da tali sostanze.
A tale fine è indispensabile divulgare i risultati dell’indagine sui danni e sulle aree terapeutiche che in vari campi entrano in gioco: psicologia, neurologia, broncopneumologia, sociologia.
L’offerta.
L’offerta oggi è monopolio delle varie mafie italiane che qui hanno trovato sbocchi del loro impegno più redditizio di quello ormai delegato a livelli più bassi e periferici del racket con l’unica eccezione dell’interesse per i lavori pubblici e per altre attività sempre più complicate per gli interventi dello Stato tendente ad ostacolare l’ingresso nella catena dei subappalti.
Invece con il contante enorme che deriva dallo spaccio delegato per l’ultimo atto alla piccola delinquenza locale, si può più facilmente investire nell’economia regolare acquisendo attività e immobili.
Roma come denunciato dall’ultimo “rapporto mafia nel Lazio” dell’osservatorio regionale e da alcuni organi dell’informazione è area di grande attrazione per l’aumento della domanda.
Ma a fronte di tale realtà è adeguato il livello della risposta di tutti livelli istituzionali coinvolti per funzioni e responsabilità istituzionale?
Aldilà del merito di tanti servitori dello Stato, abbiamo la sensazione di una insufficiente adeguatezza di uomini e mezzi per un contrasto efficace.
Su queste due grandi questioni intendiamo aprire una fase di discussione coinvolgendo responsabili delle istituzioni di fatto coinvolte e esperti nei vari campi scientifici e sanitari coinvolti.
Raffaele Minelli
7:59 AM
Su questo problema che è diventato nella nostra città una delle questioni più importanti per tutte le conseguenze che Raffaele Minelli ben individua nel suo articolo Visioneroma intende aprire una vera e propria inchiesta che si svilupperà con incontri, sondaggi e approfondimenti