Riflessioni sulle alleanze politiche – Raffaele Minelli
Tra un anno si vota per l’amministrazione di Roma, che fare? di Raffaele Minelli
- Una Capitale come Roma che è anche sede dello Stato Vaticano e centro universale del cattolicesimo, avrebbe un sindaco espressione essenzialmente di forze politiche con riferimenti internazionali populisti e di fatto antieuropei;
- Il principale azionista della destra, la lega di Salvini, non ha mai pensato al ruolo di Roma capitale e quindi a mettere in campo politiche di riforme istituzionali e interventi strutturali per consentire alla capitale di poter essere all’altezza dei suoi compiti e per dare al mondo l’immagine necessaria che ogni Paese da alla sua capitale.
- L’altro partito, Fratelli d’Italia, con l’esperienza Alemanno ha lasciato rottami, problemi di carattere giudiziario, esiti deludenti su ruolo e sviluppo della Capitale.
Coloro che si oppongono a tale disegno sovranista e populista e che si propongono alla guida della Capitale, devono costruire una alleanza con tutte le forze oggi purtroppo disgregate di centro sinistra. Un’alleanza del genere già di per se’ sarebbe un segnale positivo in controtendenza alle continue fratture e divisioni.
Sarebbe poi indispensabile dare vita ad un programma basato sullo sviluppo economico e sociale della città e sulla esplicita volontà di un confronto con i corpi intermedi e con il mondo della ricerca e dell’università.
Un programma e una visione strategica che caratterizzò le giunte Rutelli e Veltroni e che oggi invece non c’è. Sarà importante inoltre la scelta di un candidato sindaco autorevole che conosca la macchina amministrativa e possa individuare collaboratori scelti per la loro competenza, in grado quindi di garantire un livello adeguato della giunta della capitale.
E’ obbligatorio auspicare il più ampio fronte contro la destra sovranista , dobbiamo perciò affrontare la questione del Movimento Cinque stelle che è in evidente crisi di identità e di consenso popolare, ma che anche per la logica dei numeri, sarebbe necessario avere all’interno di questo ampio fronte.
D’altronde il movimento è difronte ad una scelta obbligata: deve uscire dall’ambiguità della non collocazione “né a destra né a sinistra” perché invece ogni nuova consultazione elettorale sta dimostrando con evidenza che la direzione prevalente è proprio il confronto destra sinistra.
A Roma pesa però seriamente la negativa esperienza della leadership che ha prodotto una deludente esperienza amministrativa, non entrando oltretutto mai nel cuore del popolo romano che non si può conquistare con qualche uscita sui propri social, ma che richiede presenza, politiche dinamiche, sviluppo , dialogo con tutti.
Ogni osservatore politico è consapevole che ben difficilmente si ripeterebbe il risultato delle ultime elezioni comunali, nelle quali oltretutto il Sindaco ottenne al ballottaggio gran parte del voto della destra romana.
Quanto sarebbe utile una riflessione in questo movimento che è necessaria una nuova fase politica probabilmente anche a livello nazionale, ma sicuramente a Roma. Una fase che deve essere gestita da una nuova leadership. Così è avvenuto per il Partito Democratico che grazie anche a questa scelta è uscito dall’angolo e si è riproposto come polo credibile.
Alcuni tra noi considerano questa alleanza impossibile e dannosa, troppo diversa si sta dimostrando la visione su ciò che è necessario fare per e nella nostra città e puntano decisamente ad un confronto scontro destra, sinistra e 5 stelle auspicando un risultato alla Bonaccini. Ma veramente è questo lo scenario più probabile ? Oppure riconsegneremo Roma di nuovo ad una destra con un risultato che influenzerebbe in maniera pesante anche la vicenda politica nazionale? E non varrebbe invece la pena, come molti di noi pensano, di avviare un ragionamento serio sulle condizioni di una “alleanza nuova” con una visione strategica altrettanto nuova per Roma?