Proposta (di iniziativa consiliare) Assemblea Comune di Roma
SI RITIENE UTILE PUBBLICARE QUESTO ATTO
Osservazione preliminare di visioneroma
La proposta appare molto “teorica” , senza un adeguato supporto di sostenibilità giuridica rispetto alla mole di ricorsi che potrà determinare, carente rispetto alla attuabilità dei programmi di iniziativa pubblici , carente rispetto a una qualsiasi ipotesi di sviluppo economico di Roma a cui finalizzare i piani urbanistici, datato come strumento di governo del territorio rispetto alle molteplici esperienze internazionali .
TESTO
Protocollo RC n. 24873/2019 Anno 2019
Ordine del giorno n. 49
114a
Proposta (di iniziativa consiliare)
a firma dei Consiglieri Calabrese, Iorio, Angelucci, Sturni, Agnello, Diaco, Stefàno, Penna, Bernabei, Ferrara, Chiossi, Simonelli, Diario, Zotta, Paciocco, Donati, Catini, Pacetti e Di Palma
Linee guida per una ricognizione finalizzata ad una variante urbanistica del Piano Regolatore Generale e all’adozione di nuovi strumenti gestionali.
Premesso che
Lo sviluppo urbanistico della Città di Roma è storicamente oggetto della prevalenza dell’interesse privato su quello Pubblico. Una delle manifestazioni più evidenti di tale squilibrio risiede nella mancata corrispondenza fra le previsioni degli strumenti di pianificazione e governo del territorio, e la reale trasformazione urbana. Il fenomeno ha interessato principalmente il periodo dalla seconda metà del secolo scorso in poi, ma la ragione che lo ha sostenuto risale fino all’istituzione della Città di Roma a Capitale d’Italia; i primi Piani urbanistici con le redazioni del 1873, 1883, 1909 e 1931 per quanto riuscirono a governare le previste trasformazioni del territorio furono comunque elaborati presumibilmente alla presenza di istanze dei proprietari dei terreni, dei costruttori, e della grande finanza speculativa che ne indirizzava gli interessi, un fenomeno che in assenza di successiva pianificazione esplose negli anni ’50 con il famoso ‘sacco di Roma’; gli amministratori risposero con il Piano Regolatore Generale del ’63 nel tentativo sia di correggere che di prevenire un ulteriore disordine insediativo in cui il Comune di Roma cercò di mediare i seppur legittimi interessi privati con l’interesse Pubblico generale, una mediazione che in ogni caso finì con l’incremento del fenomeno dell’abusivismo edilizio per fini residenziali; quel tentativo di mediazione fu reiterato con il successivo PRG adottato nel 2003, e approvato nel 2008, in cui le previsioni di nuova cubatura residenziale conformi alle analisi di crescita demografica furono aumentate di oltre il doppio, fino ad arrivare a 70 milioni di metri cubi. Nonostante ciò la pretesa di realizzare in deroga al PRG ulteriori milioni di cemento con destinazione a residenziale privato non si è mai interrotta ed oggi, oltre agli istituti delle Varianti e delle Compensazioni, tenuto altresì conto del Piano Casa regionale, ovvero l’ultima disciplina creata in deroga agli strumenti di governo del territorio, sia il verde e i servizi, urbanizzazioni primarie e secondarie, sia la tenuta sulla già precaria rete viaria, appaiono assolutamente inadeguati alle comunità che vivono nei nostri quartieri, fino a discriminare anche i territori dei Comuni più attigui della Città Metropolitana di Roma Capitale;
pertanto, oggi appare indispensabile abbandonare l’esperienza di mediazione certificandone il suo totale fallimento. Lo sviluppo urbanistico della Capitale dovrà tornare nel pieno e unico diritto di titolo, definizione, gestione e controllo da parte della Pubblica Amministrazione, e procedere in base agli unici criteri capaci di garantire un reale interesse Pubblico, secondo un indirizzo di necessaria chiarezza anche sugli iter procedurali a tutela degli interessi di tutti i soggetti coinvolti, ivi inclusi gli operatori privati;
Preso atto che
il Piano Regolatore Generale del Comune di Roma, adottato con delibera consiliare n. 614 del 18 dicembre 1962, è stato approvato con Decreto del Presidente della Repubblica del 16/12/1965;
Lo strumento generale del 1965 ha subito continui procedimenti di variante per consentire l’adeguamento a disposizioni legislative nazionali e regionali, tra i quali si annoverano la Variante Generale al P.R.G. per il reperimento delle aree a servizi e verde adottata con D.G.M. 3622/1990 e approvata con D.G.R.L. 596/2002 ed in ultimo la Variante al PRG “Variante delle Certezze” adottata con D.C.C. 92/97 ed approvata con D.G.R.L. 856/2004, che ha perseguito l’intento di definire le modalità di intervento sul territorio ed in particolare sulle aree non trasformabili, riconducibili al complesso dei parchi e dell’Agro romano, evidenziando al tempo stesso la parte di territorio definita come città da completare e trasformare.
Il Nuovo Piano Regolatore Generale di Roma adottato con Deliberazione del Consiglio Comunale 33 del 19-20 marzo 2003 è stato successivamente approvato con Deliberazione Consiglio Comunale 18 del 12 febbraio 2008;
Con deliberazione del commissario Straordinario adottata con i poteri dell’Assemblea Capitolina n. 48 del 07 giugno 2016, è stato dato atto dei disegni definitivi degli elaborati prescrittivi del PRG vigente, nonché dell’adozione della variante al PRG del 2008 per le aree prive di destinazione o incongruenti, ad oggi non ancora approvata;
La Regione Lazio con Legge Regionale n. 21 del 11 agosto 2009, ha approvato il C.d. “Piano Casa”, successivamente integrato e modificato con la Legge Regionale n. 10 del 13 agosto 2011;
Rilevato che
Le norme tecniche di attuazione del PRG del 2008, all’art. 17, introducono i criteri di perequazione “secondo principi di equità e di uniformità, tenendo conto: della disciplina urbanistica previgente; della edificazione esistente legittima; del perseguimento di obiettivi di interesse pubblico generale”, e individuano tra le fattispecie di perequazione urbanistica e finanziaria, al comma 2 lett. c, le Compensazioni Urbanistiche;
Con Deliberazione n. 9 del 3 agosto 2016 sono state approvate le linee programmatiche per il mandato amministrativo 2016-2021 della Sindaca Virginia Raggi, che prevedono, tra l’altro, l’obiettivo del ripristino della trasparenza e della legalità nel comparto urbanistico restringendo, fino ad annullarli qualora non più di interesse pubblico, tutti gli istituti di deroga discrezionali, quali le compensazioni urbanistiche e gli accordi di programma in variante urbanistica;
A seguito della suddetta approvazione sono stati inseriti, nel DUP 2019-2021, tra gli obiettivi del Dipartimento Programmazione e attuazione Urbanistica, la redazione della variante generale “verde e servizi” ai fini del ridimensionamento degli standard urbanistici, l’aggiornamento e riorganizzazione degli elaborati gestionali della Carta per fa Qualità, nonché l’attività ricognitiva per la prevenzione del rischio idrogeologico attraverso il confronto dello strumento urbanistico vigente con le mappe sul rischio geologico idraulico;
Con deliberazione di Giunta Capitolina n. 46 del 18 marzo 2019 è stata approvata la proposta tecnica del Piano Urbano della Mobilità Sostenibilità PUMS di Roma Capitale, che si propone “il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica attraverso la definizione di azioni orientate a migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema di mobilità e la sua integrazione con l’assetto e gli sviluppi urbanistici e territoriali, previsti nei vigenti strumenti di pianificazione”;
Con deliberazione di Assemblea Capitolina del 2 agosto 2019 è stata approvata la proposta di adozione di Giunta del 2 luglio 2019 del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, inserendo le seguenti opere metro:
• Metro D;
• Metro C fino a Farnesina/Tor di Quinto, via Clodio-Mazzini;
• prolungamento Metro A fino a nodo di scambio con FL3 stazione Monte Mario;
• prolungamento Metro B1 fino a GRA altezza svincolo con A1
• trasformazione della linea ferroviaria Roma-Nord in linea Metro F fino alla stazione di Montebello;
• trasformazione della linea ferroviaria Roma-Ljdo in linea Metro E, da instradare sul tracciato dell’attuale linea B;
Tenuto conto che
la VIII Commissione Urbanistica di Roma Capitale ha deciso di convocare apposite riunioni, al fine di verificare l’avanzamento dei lavori degli uffici e dare ulteriori indirizzi, sugli obiettivi del Dipartimento Programmazione e attuazione Urbanistica sulle seguenti tematiche:
• Aggiornamento della Carta per la Qualità;
• Variante Verde e servizi;
• Compensazioni Urbanistiche;
• Toponimi e i Piani particolareggiati di zone “O”,
• Ri-pianificazione dei Piani di Zona;
nonché apposite commissioni di ascolto dei cittadini sulle problematiche del territorio, quale prevenzione e rischi di dissesto geologico e idrogeologico nel territorio di Roma Capitale.
Durante i lavori della Commissione è risultato indispensabile salvaguardare il territorio da visioni disorganiche di consumo del suolo, dirigendo l’attenzione prioritariamente verso le aree servite dal trasporto su ferro oppure verso programmi ove se ne prevedano la realizzazione.
Si ritiene necessario privilegiare il riuso delle aree dismesse o abbandonate, secondo programmi di recupero che prevedano anche la tutela ambientale e la salvaguardia delle aree non ancora consumate dal cemento, nell’ottica di un programma di riqualificazione generalizzata che integri l’edificazione con i servizi al cittadino e l’ambiente;
La Regione Lazio con Legge Regionale n. 7 del 18 luglio 2017, ha approvato la C.d. “Rigenerazione Urbana”, dettando disposizioni finalizzate ad incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, promuovere la riqualificazione di aree urbane degradate e di tessuti edilizi disorganici o incompiuti e riqualificare edifici a destinazione residenziale e non residenziale mediante interventi di demolizione e ricostruzione, adeguamento sismico e efficientamento energetico.
Considerato che
è indispensabile salvaguardare il territorio dalle previsioni di consumo di suolo senza alcuna visione organica, da indirizzare invece verso l’impiego prioritario di aree servite dal trasporto su ferro, o le cui procedure rispetto a nuove opere di mobilità ne prevedano la prossima realizzazione, comunque in modo da privilegiare recupero e riuso di aree dismesse o abbandonate, e l’impiego di aree da densificare, in relazione a programmi di messa in sicurezza, anche idraulica, riqualificazione e riattivazione ambientale delle aree a verde non ancora consumate dal cemento, secondo programmi di recupero, consolidamento strutturale e rigenerazione dell’esistente, anche in prospettiva di un risparmio energetico realizzato tramite tecnologie da fonti rinnovabili o da sistemi passivi, come ulteriore vincolo da integrare alle previsioni di trasformazione urbana. Il recupero e riuso delle suddette aree dismesse o abbandonate dovrà in ogni caso privilegiare Programmi residenziali pubblici, idonei a soddisfare un reale mix sociale fra gli abitanti della Capitale, ovvero abitazione e integrazione fra le famiglie appartenenti alle varie etnie e alle differenti classi di reddito presenti nel territorio capitolino.
L’ASSEMBLEA CAPITOLINA DELIBERA
di adottare tutti gli atti di competenza al fine di:
a) produrre entro il termine massimo di 180 giorni dall’approvazione della presente delibera, una ricognizione generale del PRG, in base alle seguenti linee guida:
1) Valutazione del fabbisogno abitativo per il prossimo decennio, in funzione del saldo demografico previsto, considerando che a dieci anni dall’approvazione del 2008 del PRG, lo stesso fabbisogno risulta ridotto di almeno il 60% rispetto alle previsioni di incremento;
2)
Ricognizione degli strumenti attuativi del PRG come ad esempio:
Toponimi — Piani di recupero dei nuclei di edilizia ex abusivi; Piani Particolareggiati di zone “O”;
Convenzioni Urbanistiche;
Programmi di Recupero Urbano ex art. 11 L.R. 496/93; Programmi urbani e ambiti di valorizzazione;
Piani di Recupero etc, a seconda del loro stato di attuazione ripartito in: i) daapprovare,
ii) vigenti,
iii) in decadenza, iiii) decaduti.
a) b) c) d) e) f)
Ricognizione delle cubature ovvero le S.U.L. (Superfici Utili Lorde) relative ai permessi a costruire in itinere con cambio destinazione d’uso in edilizia residenziale privata, ex Legge Piano Casa;
4) Ricognizione delle cubature ovvero le S.U.L. di edilizia residenziale privata, rilasciate nell’arco temporale degli ultimi 10 anni, richieste o in procinto di rilascio, nonché previste e non rilasciate all’interno di ogni altro strumento attuativo (Housing Sociale);
b) avviare l’iter di una variante del Piano Regolatore Generale, sulla base dei risultati ottenuti dalla ricognizione generale effettuata, con particolare riguardo ai seguenti indirizzi:
1) Privilegiare prioritariamente l’attuazione dei programmi urbanistici connessi alla rete infrastrutturale del trasporto Pubblico su ferro esistente o di progetto, così come determinata nel PUMS recentemente adottato, ovvero incentivare l’eliminazione delle procedure in atto per i programmi non connessi alla rete infrastrutturale del trasporto Pubblico su ferro esistente o di progetto;
2) Determinare ambiti di rigenerazione urbana interni al Grande Raccordo Anulare, integrati alla rete infrastrutturale del trasporto Pubblico su ferro esistente o di progetto, per il recupero del patrimonio edilizio dismesso o abbandonato avente destinazioni d’uso anche non residenziale, su aree di proprietà sia Pubblica che privata eventualmente da espropriare, idonee all’attuazione di un Programma residenziale con obiettivo di zero consumo di suolo, e mix sociale fra gli abitanti della Capitale, ovvero abitazione e integrazione fra le famiglie appartenenti alle varie etnie e alle differenti classi di reddito presenti nel territorio capitolino. Il Programma dovrà prevedere interventi caratterizzati dai più alti standard di risparmio energetico, con relativo fabbisogno quotidiano medio soddisfatto per almeno il 30% da sistemi e tecnologie ‘solari passive’, e per almeno il 50% da impiantistica con approvvigionamento da fonti rinnovabili, ovvero con risparmio energetico e produzione integrata di energia direttamente dagli involucri e dalle frontiere dei manufatti edilizi, sia residenziali che di pertinenza o di servizio. I relativi interventi di recupero del patrimonio
3)
edilizio dovranno in ogni caso essere certificati secondo parametri conformi alla bioarchitettura, realizzati con materiali ecocompatibili, e prevedere la realizzazione e l’utilizzo di attrezzature e servizi accessori negli spazi comuni in modo coerente coi principi di economia circolare, sostenibilità, resilienza e permacultura. La qualità di detti interventi dovrà essere perseguita tramite concorsi di progettazione aperti alle migliori soluzioni e ideazioni offerte dalle professionalità private. Il Programma sarà realizzato direttamente da parte di Roma Capitale, senza fine di lucro, ovvero con perfezionamento della vendita delle unità abitative agli aventi diritto e requisiti per il pubblico ristoro dei soli costi di costruzione e relative opere di urbanizzazione. Il Programma dovrà prevedere la realizzazione di almeno 40000 unità abitative, eventualmente in deroga agli standard urbanistici ex D.M. 1444/68 per la rinuncia alla realizzazione dei parcheggi di pertinenza, o comunque da assegnare con impegno di rinuncia dell’autovettura di singola proprietà, in ogni caso a nuclei di minimo due persone, di cui, per ogni 100 abitanti insediati nello stesso intervento:
– il 50% da destinare ad assegnatari senza limiti di reddito (almeno 20.000 unità abitative);
– il 50% da destinare ad assegnatari con requisiti corrispondenti e funzionali per il 25% allo scorrimento della graduatoria degli aventi diritto all’assegnazione di alloggio popolare (almeno 10.000 unità abitative), e per il 25% al superamento della graduatoria per l’emergenza abitativa e del fenomeno delle ‘occupazioni abusive di immobili pubblici e privati impropriamente adibiti ad abitazione’ (almeno 10.000 unità abitative).
Il Programma dovrà essere finanziato tramite la predisposizione di un fondo di Bilancio capitolino dedicato, da alimentare nel corso dell’attuazione del Programma tramite i fondi già disponibili da altre fonti istituzionali, e dagli ulteriori Fondi Comunitari e Statali futuri, previsti allo scopo;
3) Procedere, in terzo ordine di priorità il completamento degli strumenti urbanistici già approvati o in fase di ultimazione, in coerenza del PRG, sospendendo, in via transitoria, quelli non ancora adottati o non approvati in Conferenza dei Servizi, sia in coerenza che in variante del PRG;
4) Valutare, ravvisato l’interesse pubblico dell’intervento proposto, la possibilità di riassegnazione delle cubature già oggetto di compensazione urbanistica, in aree libere definite extra standard all’interno degli strumenti attuativi in itinere o di futura approvazione;
5) Avviare, in coerenza con le attività in essere per la Variante Verde e Servizi, la Carta per la qualità, la prevenzione e i rischi di dissesto idrogeologico, tenuto conto delle aree già perimetrate nel PRG e non attuate, un’adeguata fase di studio che porti all’adozione di tutti gli atti necessari al fine di perimetrare ulteriori ambiti di rigenerazione urbana;
6) Promuovere forme di coinvolgimento degli appartenenti alla comunità cittadina e dei portatori di interesse al processo di revisione e di attuazione del PRG, anche ricorrendo all’utilizzo di strumenti informatici e telematici previsti dalla legislazione vigente.