IL GIOCO DELL’OCA DELLA POLITICA COMUNALE
IL GIOCO DELL’OCA DELLA POLITICA COMUNALE
IL PROGRAMMA CAMPIDOGLIO 2
Questo sarà un viaggio particolare non sarà un viaggio in bici per vedere monumenti o panorami della città, sarà invece un lungo viaggio attraverso un’esperienza amministrativa che forse rappresenta il più ambizioso, importante tentativo di trasformazione della macchina amministrativa della nostra città.
E contemporaneamente anche una grande trasformazione urbanistica con la modifica di destinazione di uso di importanti immobili di patrimonio pubblico che venivano immessi sul mercato con un nuovo utilizzo.
Dall’altro lato però anche il tentativo di unificare in un’unica sede una molteplicità di uffici amministrativi del comune distribuiti in tutta la città con enormi sprechi di denaro ed inefficienze .
Partiamo dal campidoglio l, con il palazzo senatorio , la sede del consiglio comunale, del Sindaco e della giunta , nonché di altri uffici comunali.
Non tutti sanno, siamo nel 2002, che ci sono ben altri 36 uffici comunali situati in diverse parti della città, spesso in locazione da privati., con un enorme inefficienza funzionale complessiva della macchina amministrativa.
Nel 2002 l’amministrazione comunale, sindaco Walter Veltroni, con il suo assessore al patrimonio e ai progetti speciali, comincia a fare una riflessione attenta su questa situazione e imposta un ambizioso programma per riunificare i più importanti uffici e dipartimenti comunali in un’unica localizzazione, utilizzando anche “meccanismi di scambio” con lo Stato che, in quel momento, ha bisogno di risorse.
Infatti lo Stato è interessato ad un importante piano di valorizzazione del proprio patrimonio ormai più non utilizzato per gli scopi per i quali era stato costruito.
Parliamo delle “Torri dell’Eur” dove era ubicato il Ministero delle finanze o pensiamo alla ubicazione del poligrafico dello stato che deve essere trasferito sulla via Salaria.
La giunta coglie quindi l’occasione: da una parte dell’esigenza dello stato di cedere al mercato parti del proprio patrimonio anche ai fini di avere importanti entrate per il proprio bilancio e dall’altro lato consentire all’amministrazione comunale di acquisire patrimonio statale da utilizzare per i propri fini istituzionali, in questo caso la riorganizzazione degli uffici.
Un progetto di questo tipo richiede però una grande intesa inter- istituzionale, perché in quel momento al governo c’è il centrodestra, ma è indipensabile una intesa anche con la Regione Lazio anch’essa governata dal centro destra e poi ci sono le Ferrovie dello Stato proprietaria di aree e strutture, anch’esse necessarie all’attuazione piena del programma.
Dopo tanti incontri, tante riunioni, tanta reciproca disponibilità, alla fine tutti convengono che è nell’interesse di tutti, del paese e dei cittadini realizzare un’intesa.
Ogni soggetto istituzionale potrà risolvere problemi di rilevante interesse.
Si realizzano così tre protocolli d’intesa il primo con lo Stato, il secondo con la Regione lazio, il terzo con le Ferrovie dello Stato.
(Tutti i documenti sono allegati)
Nel primo protocollo tra il Comune e lo Stato, lo Stato individua gli immobili da privatizzare e da mettere sul mercato e concorda anche una percentuale (il 15%) delle entrate che lo stato ricaverà dalla valorizzazione da versare al Comune.
Il comune individua gli immobili di proprio l’interesse (due immobili contigui della ex Manifattura Tabacchi) per realizzare l’unificazione delle proprie sedi; il comune di Roma utilizzerà la percentuale della valorizzazione per pagare allo stesso Stato l’immobile .
Nel secondo protocollo la Regione lazio individua nella ex fiera di roma, che è rimasta libera con il trasferimento della fiera nella nuova sede lungo la Roma – Fiumicino, la sede nella quale concentrare tutti i propri uffici sparsi anch’essi in 18 sedi.
Il protocollo prevede che la regione entro poco tempo metta in piedi le procedure amministrative per la realizzazione della nuova città della regione con l’intesa del Comune.
Il terzo protocollo con le Ferrovie dello Stato realizza un intesa che consenta al Comune di acquisire delle aree che si trovano sempre nella zona Ostiense a ridosso della ex manifattura tabacchi e che potranno essere utilizzate per il progetto del campidoglio 2.
L’amministrazione comunale si rende però conto che l’attuazione della riorganizzazione degli uffici in una nuova grande sede, rende disponibili per altre utilizzazioni anche degli immobili del comune di Roma nei quali sono ospitati degli uffici comunali che forse sono impropriamente lì collocati.
Anzi consentiranno di cogliere un’occasione forse irripetibile per aumentare enormemente la potenzialità di attrazione turistica della città di Roma.
In particolare si libereranno gli immobili di via dei Cerchi dove sono localizzati i vigili urbani e un centro meccanografico, ma anche il deposito dei costumi del teatro dell’opera, la falegnameria e l’area per la realizzazione delle scenografie.
Dentro questa struttura che storicamente era il Museo di Roma , potrà trovare posto un nuovo grande Museo della Roma Antica dove ad esempio mettere i reperti archeologici che non vengono mostrati da sempre e immagazzinati nell’antiquarium e tanti altri importanti testimonianze della Roma antica .
Si potrà così, presso il circo massimo, avviare nei fatti il progetto fori che rappresenterà un evento culturale internazionale unico.
Ma l’amministrazione comunale si era posto anche un problema importantissimo: si potevano acquisire degli immobili da utilizzare per una nuova grande sede del campidoglio (il progetto complessivamente fu chiamato campidoglio 2 ) con la più grande concentrazione di uffici di una amministrazione comunale degna della Capitale del paese, lasciando ovviamente nella sua sede storica simbolica del palazzo senatorio sindaco e consiglio comunale.
Ma occorreva anche trasformare queste strutture in edifici adatti ad una attività amministrativa dotata di tutte le strutture tecnologiche moderne oggi indispensabili per un’amministrazione degli anni 2000 e oltre .
Per far questo ci si rende conto che bisogna recuperare notevoli risorse, contando parzialmente sui propri bilanci.
Le risorse furono individuate attraverso un piano di alienazione di immobili di proprietà comunale utilizzati anche in locazione da altri soggetti, con un programma di alienazione basato su aste pubbliche.
Queste entrate si previde che sarebbero state sufficienti per finanziare tutto il programma o almeno gran parte.
Il resto si sarebbe potuto recuperare attraverso l’accensione di mutui ed inoltre con il risparmio derivante dalla fine dei fitti passivi che ovviamente costavano all’amministrazione comunale parecchi milioni di euro ogni anno.
In questo viaggio raggiungiamo uno per uno tutti gli immobili principali coinvolti nel programma contenuti nei protocolli di intesa e oggetto poi delle delibere di attuazione.
Faremo un resoconto complessivo e daremo una valutazione di tutti gli atti che furono approvati, quanti di questi atti hanno avuto poi una attuazione concreta, quanti invece non sono stati realizzati.
Possiamo qui già anticipare quale grande occasione persa ha rappresentato la mancata attuazione di sue parti fondamentali che avrebbero davvero concorso a dare una svolta alla Capitale del Paese.
Fu avviato un enorme lavoro preparatorio con uno studio complessivo del riassetto degli uffici, della mobilità di sostegno , della modernizzazione tecnologica e di quant’altro necessario (materiale tutto disponibile e pubblicato e riteniamo sempre attuale sia pure da aggiornare).
Il programma campidoglio 2 prevedeva la realizzazione di uffici per circa 77 mila metri quadri di cui circa 40.000 metri quadri per il polo amministrativo, 25.000 per il polo tecnico e 8 mila metri quadri per il front office e una struttura di informazione per i cittadini.
In più si trattava di riorganizzare circa 30 mila metri quadri di archivi distribuiti nei vari uffici.
Gli immobili acquisiti dallo stato erano costituiti come detto in gran parte dal grande complesso della ex manifattura tabacchi di stato e da una serie di edifici tutti nello stesso ambito.
Una parte di questi dovevano essere demoliti e poi ricostruiti con aumento di cubatura, un’altra parte invece richiedevano semplicemente una operazione di ristrutturazione esterna ed interna.
Possiamo anticipare che uno di questi edifici ( facente parte del complesso) costituisce l’attuale sede del dipartimento del patrimonio ed il front office ( la cosiddetta casa della città con l’esposizione dei progetti dell’amministrazione comunale)
Questa parte del progetto è stato attuato con una rapida ristrutturazione funzionale ed estetica dell’immobile ed oggi ospita il dipartimento patrimonio prima in locazione passiva.
Vedremo invece che il restante complesso si trova più o meno nelle condizioni del giorno in cui fu acquisito perché con dei piccoli lavori di sistemazione interna viste le lungaggini di cui parleremo fu ed è utilizzato subito in attesa dell’attuazione del programma per gli uffici dell’amministrazione.
Continuiamo però a descrivere l’iter del procedimento.
Realizzati i protocolli d’intesa, sono necessari circa due anni ( di studi e progettazione di massima) per arrivare al consiglio comunale che decide l’attuazione del progetto campidoglio 2.
Anni impiegati per ovviamente predisporre la documentazione, ma molto, molto tempo si è anche impiegato nelle commissioni consiliari che hanno voluto discutere, approfondire i procedimenti attuativi introducendo modifiche importanti che ovviamente allungarono anche i tempi di realizzazione ma che si proponevano l’obiettivo di migliorare la qualità dell’intervento.
In particolare rispetto alla delibera di giunta del 2003 (che identificava un percorso veloce d’attuazione comunque sempre attento alla qualità dell’intervento) furono introdotte su spinta di alcuni consiglieri comunali, modifiche soprattutto sui procedimenti di progettazione.
Venne introdotto un “concorso internazionale di progettazione” sulla base del quale si sarebbe poi attivato un appalto per la realizzazione dei lavori.
Con il senno di poi viene da chiederci: senza queste modifiche il programma oggi non sarebbe una realtà?
In questi due anni furono individuati i beni di proprietà comunale che dovevano essere alienati con relative previsioni di entrate (poi realizzatesi anche in misura maggiore).
Insomma tempi accettabili considerando la complessità dell’intervento.
Finalmente si arriva nel 2004 all’approvazione della delibera di consiglio importantissima che contiene il piano generale di intervento di campidoglio 2
(documenti ovviamente disponibili)
Approvata la delibera del consiglio comunale bisogna procedere su due versanti diversi:
da una parte le aste per le alienazione degli ‘immobili di proprietà comunale: vengono realizzate con notevole successo.
Viene poi elaborato e concordato con le previste procedure (conferenze dei servizi, preri vari ecc.) l’accordo di programma con la Regione Lazio per le modifiche urbanistiche connesse allo stesso programma.
Contemporaneamente bisogna attivare tutti i procedimenti di competenza statale, del ministero delle finanze e dell’agenzia del demanio che devono contemporaneamente procedere alla alienazione dei dei beni di proprietà statale con le connesse modifiche di destinazione d’uso che consentono la valorizzazione con un diverso utilizzo rispetto a quello precedente, comunque da concordare con l’amministrazione comunale.
Gli anni successivi alla delibera del consiglio comunale sono tutti impiegati per dare concreta attuazione da una parte ai procedimenti asta pubblica per l’alienazione degli immobili , dall’altra si predispongono gli studi di fattibilità che devono essere posti alla base del concorso internazionale di progettazione.
Contemporaneamente lo Stato deve attuare, attraverso una serie di meccanismi legislativi, il piano di valorizzazione e ad esempio devono essere trasferiti gli uffici del poligrafico dello stato di piazza verdi nella nuova sede di via Salaria.
Contemporaneamente si definiscono le corrette modifiche di destinazione d’uso degli immobili di proprietà statale che comunque sono localizzati a Roma .
Anche questo richiede un numero notevole tempo discussione e coinvolge anche il consiglio comunale per le destinazioni d’uso corrette e le sovrintendenze ai beni culturali ed archeologici perché gli immobili in oggetto hanno importanza architettonica e storica
Il 30 dicembre 2006 il bollettino ufficiale della Regione Lazio pubblica l’accordo di programma conclusivo tra la Regione Lazio, il Comune di Roma e l’agenzia del demanio che individua da una parte i procedimenti di natura urbanistica le modifiche di destinazione d’uso e approva dall’altro i piani di valorizzazione con le modifiche di destinazione necessarie dei beni statali.
Sostanzialmente con questo atto ha avvio concreto la realizzazione del progetto.
L’Amminstrazione statale attua successive procedure amministrative di sua competenza con cui cede ai privati gli immobili per ricavare immediatamente le attese entrate.
Uno dei più importanti (insieme all’ex poligrafico di piazza verdi) riguarda le torri dell’eur dove prima erano ubicati gli uffici del ministero delle finanze.
Il progetto di trasformazione viene realizzato da Renzo Piano (un edificio polifunzionale) con un disegno architettonico che come disse l’architetto “doveva dialogare con la vicina struttura del centro congressi di Fuksas e del vicino albergo.
Per l’altro immobile dell’ ex poligrafico l’accordo di programma prevedeva la sua trasformazione anch’esso in un edificio polifunzionale con un prestigioso albergo, residenze ed uffici.
Altro immobile importante è l’istituto geologico di Largo Santa Susanna dove viene prevista una struttura di tipo turistico culturale con una grande libreria, area museale e congressuale.
Raggiungiamo ora gli immobili di proprietà comunale in alienazione per finanziare il progetto il principale dei quali ospitava e ospita ancora oggi l’Acea.
Si discute a lungo con la dirigenza Acea sulla possibilità che sia acquistato dalla stessa società.
Non viene fatta questa scelta da parte del gruppo dirigente e l’immobile viene messo all’asta.
Dagli immobili messi all’asta ( Palazzo dell’Acea, immobile in via Tomacelli e in via di Porta Lavernale ) si prevedeva di ricavare circa 127 milioni di euro di cui circa 55 milioni devono essere destinati al finanziamento del progetto Campidoglio 2 che ipotizza una spesa complessiva di circa 240 milioni di euro.
Le aste invece producono entrate superiori a quelle previste: il solo palazzo dell’Acea da un’entrata di circa 108 milioni di euro!
Percorrendo la via Cristoforo Colombo ci troviamo accanto alla ex fiera di Roma lasciata libera per la realizzazione della nuova sede lungo l’asse Roma Fiumicino.
Il protocollo d’intesa tra la regione Lazio e il comune di Roma firmato da Veltroni e da Storace, prevedeva che il Comune realizzasse Campidoglio 2 con la collaborazione della Regione ( cosa avvenuta) e che la regione realizzasse con la collaborazione del Comune presso l’ex fiera, la città della regione riunificando circa 18 sedi in fitto passivo in locazione privati.
Il progetto in questo caso non decolla anzi non parte mai, per varie ragioni non ultima quella connessa alle elezioni e al cambio istituzionale che ne consegue.
In seguito furono presentate varie proposte: a tutt’oggi l’ex fiera di Roma sta ancora nelle stesse condizioni perdendo anche qui forse una grande occasione per modernizzare ed efficientare la struttura regionale.
Con la pubblicazione dell’accordo di programma si avvia la fase attuativa.
Da una parte si predispongono tutti gli atti per la realizzazione del concorso internazionale di progettazione che avrà un notevole successo di partecipazione per quantità e livello qualitativo delle società di architettura nazionali e internazionali che parteciperanno al concorso;
Dall’altro lato l’amministrazione comunale comincia a dare attuazione anche all’altra parte del progetto: quello per realizzare grande Polo museale presso il Circo Massimo.
Un’operazione che richiede il trasferimento anticipato di alcuni uffici comunali ivi localizzati anche utilizzando la struttura della manifattura tabacchi che è diventata ormai di proprietà comunale e anche soluzioni locative provvisorie.
E’ importante sottolineare che vengono concepite come ubicazioni provvisorie perché legate esclusivamente ai tre anni di tempo necessari per la realizzazione di Campidoglio 2, dove verranno definitivamente collocati .
Molto spesso si è parlato a sproposito di queste locazioni comprensive anche dei servizi necessari dimenticando che queste locazioni dovevano durare periodi brevissimi, al massimo tre quattro anni. Tempi prolungatisi rispetto alle previsione per i tempi necessari al concorso internazionale
(originariamente non previsto ) e soprattutto per gli stalli successivi di cui stiamo parlando.
Finalmente ad aprile del 2007 la commissione preposta individua i sedici gruppi di progettazione che dovranno presentare l’offerta definitiva.
La selezione è avvenuta sulla base di precise normative comunitarie vigenti. Non accedono alla nuova fase finale della competizione nomi di grande fama tradizionale che hanno partecipato alla selezione, come lo studio Foster, Isozaki, Zha Hadid ed altri.
Comunque rimangono nomi di altissimo livello: lo studio Gregotti, Altieri, Sartori, Purini e altri insomma una partecipazione che sicuramente può garantire il livello elevato di qualità architettonica che si richiede per un progetto di questa importanza.
La proclamazione del vincitore si pensa possa avvenire intorno al 26 movente del 2007, prevedendo poi tra aggiudicazione e lavori una conclusione del programma per il 2010.
Purtroppo in questa fase si intromette un evento non prevedibile , un fatto politico: il sindaco Veltroni si dimette per partecipare alla campagna elettorale nazionale.
Si mettono in moto i procedimenti per le nuove elezioni del comune di roma che come si sa bloccano praticamente per un anno l’attivita amministrativa del comune.
Le elezioni finiscono in modo inatteso, vince la destra e c’è il timore che tutto il procedimento venga azzerato per la cattiva abitudine di cambiare i programmi di chi ha preceduto ad amministrare la città.
Invece ad Agosto del 2008 la commissione giudicatrice, sindaco Alemanno, proclama vincitore del bando per la progettazione di campidoglio 2 il progetto dello Studio Altieri con Mario Cucinella.
Le fasi conclusive possono essere riassunte con poche parole, senza dare giudizi.
Malgrado l’aggiudicazione finale, nel 2009 il sindaco Alemanno con la giunta di centrodestra azzera il concorso Campidoglio2, rinuncia al progetto della nuova città della amministrazione comunale voluta dal sindaco Veltroni, così come rinuncia anche al programma sul polo museale.
Gli uffici del comune che erano stati provvisoriamente trasferiti in attesa della nuova sede nel campidoglio due, tornano dentro la struttura di via dei Cerchi.
Alemanno motiva la sua scelta per la grave situazione finanziaria del comune di Roma che non consente di realizzare il progetto con le proprie risorse.
La giunta Alemanno infatti approva una memoria in cui dichiara di voler attivare una nuova procedura per la realizzazione basata sostanzialmente su un progetto di finanza.
Dovrà essere attivato un nuovo studio di fattibilità che prevede quindi un nuovo passaggio in consiglio comunale e l’attivazione di un meccanismo attuativo capovolto rispetto a quello originario; saranno i privati a finanziare la realizzazione dell’intervento e il comune andrà poi in affitto nella nuova sede del campidoglio per tutta la durata della concessione versando la locazione all’azienda che ha realizzato l’intervento.
Anche questa scelta avviene dopo tempi di discussione lunghissimi tra pareri diversi : tra chi vorrebbe continuare l’impostaione del sindaco Veltroni e chi cambiare completamente il percorso. Arriviamo infine al 2012 dove, scelto il procedimento e fatti gli atti conseguenti , si aggiudica la gara d’appalto relativa al project financing che viene vinto dall’impresa Astaldi spa.
Nel 2013 Alemanno perde le elezioni e il nuovo sindaco è Ignazio Marino.
Il sindaco e la sua giunta riesaminano con calma tutta la questione e alla fine decidono comunque di confermare il programma con le modifiche introdotte dalla giunta Alemanno.
Questo consente al Vicesindaco Nieri di annunciare che i lavori potranno iniziare a breve termine. Purtroppo però come tutti sappiamo nel 31 ottobre 2015 la giunta Marino e Marino si dimette .
Dopo il solito stallo , arriviamo al 2016 con l’elezione della Sindaca Virginia Raggi.
Molti dei programmi di trasformazione del patrimonio pubblico subiscono ripensamenti anche in relazione alle mutate condizioni di mercato.
Oramai le risorse ricavate dal Comune di Roma con le proprie alienazioni sono state utilizzate per altre finalità, il polo museale è stato accantonato e un comune rimarrà in fitto passivo per altri 25 anni, quando mai sarà dato seguito all’appalto, anche perché nel frattempo l’azienda aggiudicatrice è entrata in crisi e la giunta Raggi a quanto è dato saper sta riesaminando il tutto.
Per Visioneroma C. M.
Alcuni dati sintetici presenti nel video
Lo stato cederà alla Fintecna gli immobili che poi dovrà a sua volta cedere ai privati.
Lo stato incasserà 203 milioni di euro e verserà al comune di Roma la percentuale pattuita pari a circa a 34 milioni di Euro pari al costo dell’ex Manifattura Tabacchi.
Riunioni necessarie per arrivare alla conclusione dell’iter amministrativo prima dell’azzeramento del programma da parte della giunta Alemanno: 450
Soggetti coinvolti:
Ministreo delle Finanze
Agenzia delle Entrate
Regione Lazio
Comune di Roma
4 Municipi
Sovrintendenze comunali e nazionali
30 Dipartimenti comunali e regionali
5 conferenze di servizio per accelerare le procedure
5 delibere di consiglio comunale e dell’assemblea capitolina
3 Assemblee di consultazione popolare della cittadinanza coinvolta nei progetti di modifica di destinazione d’uso