IL CONSIGLIO DEL CIBO A ROMA DI GIANFRANCO PICCIONI
FINALMENTE IL CONSIGLIO DEL CIBO A ROMA
DI GIANFRANCO PICCIONI
Ludwig Feuerbach (1850): L’uomo è ciò che mangia.
L’Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi è giustamente entusiasta dell’avvio del processo per porre l’agricoltura e l’allevamento, la produzione e la trasformazione del cibo buono e giusto di Roma, al centro delle politiche di questa nuova Giunta.
Il Consiglio del Cibo permette di costruire una politica urbana del cibo (Food Policy), risponde, all’atavica assenza di coordinamento e sinergia convogliando gli attori e le progettualità esistenti in una strategia unitaria di profilo istituzionale e intersettoriale, incidendo non solo sull’economia, ma anche sull’educazione, l’ambiente, la salute e l’inclusione sociale.
Roma è tra i più grandi Comuni agricoli d’Europa, con una superficie agricola totale di 57.948 ettari, pari a circa la metà dei 128.530 ettari totali;
nel territorio di Roma Capitale sono presenti circa 2.656 aziende agricole, 127 mercati rionali, il Macello Pubblico di Roma Capitale erede della grande tradizione di Testaccio da cui si è trasferito nel 1975 (unico, nell’area metropolitana e in gestione diretta anche per la Regione Lazio, annualmente macella circa 100 mila capi di cui circa la metà ovini locali in gran parte IGP e un movimento di carni di circa 30 milioni di chilogrammi annui).
Nella Provincia di Roma sono ben 15 i prodotti tra D.O.P (8) e I.G.P. (7), tra i quali spiccano prodotti fortemente caratterizzanti il territorio, le filiere e la cucina locale.
Il paesaggio dell’Agro romano ricopre un ruolo storico tramite alcune importanti produzioni, è immerso in una rete di preesistenze archeologiche, monumenti, ville e casali; le aree verdi libere, non edificate, che nel loro insieme rappresentano una superficie di circa 86.000 ettari, pari al 67% dell’intera superficie di Roma Capitale, offrono spazi per la conservazione di habitat di particolare valore naturalistico e di una varietà di ambienti naturali e nicchie ecologiche.
Il progetto europeo F.U.S.I.L.L.I Fostering the Urban food System Transformation through Innovative Living Labs Implementation – “ Volto a supportare la trasformazione del sistema alimentare urbano mediante l’implementazione di laboratori partecipati innovativi” – è finanziato con fondi diretti dal programma CE Horizon 2020.
Roma Capitale, una delle 12 città pilota, e la partecipata Risorse per Roma SpA sono partner nel progetto, iniziato nel 2021, che si concluderà a dicembre 2024. Obiettivo di FUSILLI è aiutare le città a costruire il proprio Piano Alimentare Urbano e il Piano delle Azioni, affrontando la trasformazione di tutte le fasi della catena del valore alimentare: produzione e trasformazione, distribuzione e logistica, consumo, riduzione-spreco-riciclo dei rifiuti e governance.
Il laboratorio partecipato di FUSILLI, aperto a tutti gli attori del sistema alimentare romano, mira all’attuazione della Delibera 38/2021 approvata dall’Assemblea Capitolina.
Viene presieduto da ROMA CAPITALE e coordinato da Risorse per Roma, il Living Lab affianca e supporta il Consiglio del Cibo di Roma che si insedierà il 23 febbraio 2022, convocato dall’Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi.
Il prologo di questa importante iniziativa è legato all’Esposizione Universale di Milano del 2015 con lo scopo di riportare l’attenzione dell’opinione pubblica italiana ed internazionale sulle tematiche legate al cibo.
Circa 200 città nel mondo, tra cui Roma, hanno sottoscritto un Patto volto a rendere i sistemi alimentari delle città più equi e sostenibili, a promuovere lo scambio di buone pratiche a livello cittadino e ad impostare azioni concrete.
In occasione della Giornata Mondiale dell’alimentazione, 15 e 16 ottobre 2015 è stato firmato il Milan Urban Food Policy Pact: l’Amministrazione di Roma Capitale ha partecipato alla discussione ed alla stesura ed è tra le 206 città firmatarie.
Il Patto comprende l’impegno a realizzare politiche che promuovano sistemi alimentari equi, sostenibili e resilienti e un quadro d’azione che suggerisce interventi in sei ambiti:
1. Governance: attraverso azioni quali la mappatura delle realtà esistenti sul territorio, lo scambio di
informazioni, il coinvolgimento di tutti gli attori del sistema alimentare locale.
2. Diete sostenibili: con attività quali lo sviluppo di linee guida sull’alimentazione sana.
3. Giustizia sociale ed economica: che comprende il sostegno alle fasce più deboli attraverso la creazione di mense e cucine comunitarie e la promozione di attività di inclusione sociale come gli orti condivisi.
4. Produzione del cibo: con interventi a sostegno della produzione urbana e periurbana.
5. Distribuzione del cibo: attraverso la pianificazione di sistemi logistici a basso impatto ambientale, il
sostegno ai mercati comunali e ai farmer’s market.
6. Spreco alimentare: con l’adozione di politiche che favoriscano la diminuzione delle eccedenze e perdite lungo tutta la filiera alimentare e aumentino la consapevolezza sulla necessità di ridurre lo spreco.
VisioneRoma concorda con l’impegno e la passione che caratterizza le politiche promosse dall’Assessora Sabrina Alfonsi ha quindi chiesto di partecipare al Consiglio del Cibo.
Va rilevato che la deliberazione 38/2021 è uno degli ultimi atti della Giunta Raggi, giustamente non si è provveduto a riformularla, anche se incompleta negli enunciati, mancando ogni riferimento all’allevamento, alla carne, al macello di Roma, al “quinto quarto” è assenza grave per la tradizionale Cucina
Romana. L’obbiettivo era condivisibile, istituire il Consiglio del Cibo per sostanziare il recupero di tutte le componenti che concorrono alle filiere del cibo romano, in particolare del settore agro-zootecnico.
Nella deliberazione 38/2021 è assente il settore dei cibi di origine animale, come risaputo, nella tradizione culinaria romana è dominus assoluto.
La cucina romana, come in tutte le manifestazioni della Cultura Materiale di un popolo ha rilievo essenziale perché ne ha garantito nei secoli la sopravvivenza.
La tradizione culinaria di Roma è sommariamente divisa in tre radici che diacronicamente sono:
1. La tradizione giudaico romana (la comunità è a Roma dal terzo secolo a.C.);
2. La tradizione prodotta dai lavoratori dei territori vicinali attirati dai lavori agricoli (la mietitura) o dai pascoli con la transumanza delle greggi (come amatrice) quindi l’abbacchio, ricotta o specialisti in attività di trasformazione di alimenti di origine animale (Norcia e dintorni);
3. La tradizione di Testaccio che dal 1888 ha contribuito, con la maestria delle donne del quartiere che ricevevano dai lavoratori del mattatoio i prodotti di scarto della macellazione, consegnati per salario e trasformati in modo mirabile in stupende invenzioni culinarie.
La cucina romana formalmente inizia dal 1929, viene pubblicata un’opera prodotta da una grande donna di Roma, poco riconosciuta e valorizzata “La cucina romana” di Ada Giaquinto in Boni, morta nel 1973, a 92 anni (a conferma che la cucina romana è buona e fa bene).
L’opera è il punto di partenza per capire la nostra cucina romana, sono rappresentate 225 prelibatezze, le carni sono dominanti con 58 piatti, solo 12 piatti di pesce (baccalà, aringhe, acciughe e pesci minori come l’arzilla). La nostra mitica “carbonara” non esiste, a conferma, come sostenuto da molti studiosi, che è una creazione del secondo dopoguerra.
VisioneRoma vuole contribuire, condividendo quello che è proposto dalla Giunta Gualtieri, con le sue competenze al Consiglio del cibo ricordando comunque, che per quanto aulico e alto è il discorso l’importante del cibo è la compagnia.
Dare importanza alla tradizione romana deve essere la nostra sponda verso una versione più avanzata e più moderna della convivialità, del buon cibo e del buon vino, essere veramente “glocal”.
Accantoniamo, se ci riusciamo, il dominante modello anglosassone fondato sullo sballo con super alcolici a basso costo, usciamo dalla “mala movida”, la fantasia e l’intelligenza per proporre esperienzialità di qualità romana non ci mancano.
In particolare oltre il sottoscritto, come socio e responsabile di settore di www.visioneroma.it, si sono resi disponibili Fabio Galli responsabile della ditta Galli www.gruppogalli.it operante a Roma dal 1950 e Angelo Spizzichino di www.pascarellakasher.it esponente della comunità ebraica romana operatore esperto di cibo kasher.
Si vuole donare la disponibilità a supportare le scelte sul cibo con la partecipazione di innovativi e giovani esponenti della tradizione Giudaico romana e di Testaccio, di aziende romane i cui rappresentanti contribuiranno al Consiglio del Cibo per una sinergia che solo una nuova governance sensibile ed entusiasta come quella della Assessora all’Agricoltura può stimolare, noi ci saremo per aiutare la realizzazione del progetto.
Gianfranco Piccioni
Rsponsabile “salute, ambiente ed alimentazione”
Visioneroma