IL CENTRO CARNI DI ROMA QUALE FUTURO CERTO? ARTICOLO DI GIANFRANCO PICCIONI
La prima azione politica della Giunta Gualtieri sul compendio immobiliare del Centro Carni.
di Gianfranco Piccioni
Responsabile ambiente salute ed alimentazione di Visioneroma
Con la Deliberazione della Assemblea Capitolina n. 39 del 14 giugno 2022 in vigore dal 15 luglio 2022 dal titolo: ”Determinazioni di Roma Capitale in merito alla liquidazione anticipata del Fondo Immobiliare Sviluppo con retrocessione degli attivi immobiliari in favore del quotista unico AMA S.p.A.” la confusione ed i costi scaturiti dal conferimento (Giunta Alemanno 2009/2010) del Compendio ad AMA per il successivo trasferimento alla SGR della BNL BNB Paribas sembra sulla via della soluzione come, per altro, auspicato all’unanimità dall’Assemblea Capitolina nel 2021.
Dalla lettura del testo della determinazione comunque appare che ancora la vicenda Centro Carni di Roma Capitale, dopo diciassette anni, ancora non ha un progetto eseguibile e nemmeno una visione futura aggiornata alla situazione attuale.
Cosa ha portato a questa situazione?
I servizi di macellazione e del mercato della carne, si trasferirono a viale Palmiro Togliatti 1280, da Testaccio, nel 1975. Attività svolte dal 1975 fino ad oggi.
Da Testaccio nel 1888 a Viale Palmiro Togliatti 1280, senza soluzione di continuità sono 134 anni di tradizione, ricchissima per Roma, che ha influito nella cucina mondiale e le cui maestranze altamente professionali, supportano ancora gli organi della sanità regionale per le emergenze sanitarie, da ultima la Peste Suina Africana.
Probabilmente la bottega Storica più rilevante del tessuto produttivo di Roma.
Il bene Centro Carni è demaniale, il conferimento ad AMA non è avvenuto in seguito alla sdemanializzazione dell’area ma con un artificio amministrativo di modifica della categoria inventariale.
È un Servizio Pubblico a Domanda Individuale ( legge 131 del 1983) vi sono occupati circa 1.200 lavoratori, movimenta oltre 30 milioni di chili di carne l’anno, macella (unico Macello pubblico del Lazio e dell’area metropolitana) poco meno di centomila capi provenienti prevalentemente dall’agro romano. Questi sono Servizi Pubblici comunque necessari anche alla comunità di Roma, più grande comune agricolo italiano.
Sinteticamente facciamo la storia degli ultimi 17 anni del Compendio Immobiliare e Produttivo del Centro Carni di Roma Capitale.
Con la deliberazione CC n. 313 del 12 dicembre 2005 si avvia il procedimento, con gli indirizzi programmatici ex art. 42 D.Lgs. n. 267/2000, per la trasformazione e riqualificazione dei complesso edilizio del “Centro Carni“, del Municipio VII (ora V municipio) e la delocalizzazione del Centro Ingrosso Carni presso il Centro Agroalimentare Romano, per la riduzione del debito comunale.
Si individuavano, sommariamente, due procedimenti separati e convergenti:
Nel 2009 sulla spinta del peggioramento delle condizioni finanziarie delle società partecipate, con delibera n.85/2009 viene proposto il “conferimento ad Ama Spa del complesso edilizio denominato “Centro Carni” e relative pertinenze, ai fini del successivo aumento di capitale sociale di Ama Spa.
Con la deliberazione CC n. 81/2010 si è sostituito, con parziali modifiche, il precedente testo, in esecuzione della sentenza del TAR n. 14109 del 13 maggio 2010 che accoglieva il ricorso degli operatori del Centro Carni, riconoscendo la sospensiva.
La perizia del Tribunale di Roma, in esecuzione della delibera CC 81/2010, ha stimato il valore del compendio immobiliare in circa 171 milioni di euro, di cui circa 116 hanno costituito l’incremento del capitale sociale dell’Ama.
Con la deliberazione di Assemblea Capitolina n.30 del 4 luglio 2014 è stato autorizzato il passaggio da AMA alla Società di Gestione del Risparmio BNL Real Estate (Fondo Sviluppo) dell’intero compendio immobiliare e previa sottoscrizione del contratto di affitto, firmato il 20 ottobre 2014, già previsto dalla deliberazione CC 81/2010.
Il tentativo di risolvere i problemi causati dalle deliberazioni della Giunta Alemanno la Giunta Raggi a dicembre del 2017 delibera l’istituzione di una Cabina di Regia.
La Cabina di Regia ha concluso i lavori sul Centro carni dopo 40 mesi dalla costituzione e 9 riunioni il 18 marzo 2021.
Si sono auditi operatori, tecnici, l’AMA e la BNP Paribas REIM SGR SpA.
Il documento molto ricco di 9 pagine e firmato dall’allora Assessore Gianni Lemmetti.
La cabina di regia afferma quindi che il centro carni manteneva le caratteristiche di “bene pubblico” quindi demaniale.
La precedente Amministrazione discutendo in aula della relazione della Cabina di Regia aveva espresso il proprio indirizzo al riguardo con tre Ordini del Giorno n. 84, 85 e 86 approvati nella seduta dell’Assemblea Capitolina del 23 aprile 2021 – ha dato indicazioni di voler anticipare la chiusura del fondo, nonché la restituzione del complesso immobiliare “Centro Carni” a Roma Capitale entro la fine dell’anno 2021 e garantirne lo sviluppo delle attività produttive di così lunga tradizione.
Con atto approvato dalla Giunta Gualtieri si decide di “autorizzare il rappresentante dell’Amministrazione Capitolina in seno all’Assemblea dei Soci di AMA SpA, all’uopo convocata: ad esprimere il voto favorevole di Roma Capitale in merito alla liquidazione anticipata del Fondo Immobiliare Sviluppo, con retrocessione degli attivi immobiliari in favore del quotista unico AMA SpA, che verrà deliberata in seno all’Assemblea dei partecipanti al Fondo.
Citando il Presidente del municipio V, Questa è la strada giusta?
Il provvedimento si sostanzia con una lunga disamina sui costi del rinnovo del fondo sviluppo e dell’SGR convenendo sul risparmio insito nel ritorno in AMA, nulla è detto sul ritorno del bene in Roma Capitale.
Non c’è nulla sulla visione.
Va comunque considerato che affidare ad AMA il compendio, a fronte delle notorie e gravissime condizioni della governance aziendale, dopo otto amministratori sostituiti nei cinque anni della Giunta Raggi, appare poco efficiente e scarsamente efficace.
Se l’azienda AMA è così scarsa nel suo core business cosa ci potrà fare di un’area demaniale con sopra un’industria agroalimentare?
La soluzione è cancellare la deliberazione 81/2010, rifinanziando il capitale Ama direttamente
L’Ama deve chiarire la sua posizione finanziaria senza artifici contabili, separando il destino del Centro Carni, che deve avere un piano industriale.
La Giunta attuale nonostante le promesse della campagna elettorale non ha ancora proposto nulla per risolvere i danni di anni di abbandono del Centro Carni.
Il Piano Industriale deve garantire si l’occupazione ma attraverso la sinergia con le filiere produttive che partono dagli allevatori e dall’allevamento estensivo e brado, tipico da millenni della agro romano e laziale.
Gli equilibri finanziari devono rilanciare le tradizioni che hanno in loro già la modernità e sono sostenibili anche da prima che il termine diventasse di moda.
La memoria e la storia di Testaccio è ancora viva e vitale nella attuale struttura produttiva che è un modello di Roma resiliente ma c’è la volontà di farlo?