LA SICUREZZA A ROMA. DIBATTITO TRA GLI AMICI DI VISIONEROMA

LA SICUREZZA A ROMA OPINIONI A CONFRONTO

 

Sui temi della sicurezza e della legalità a Roma vorrei aprire una discussione argomentata anche per parlarene con VV.UU e autorità competenti-

Andrea Rossi


Ma si può concepire che inesorabilmente, se per un qualunque motivo si deve prendere la Metropolitana, transitando da Colosseo, Termini ed Ottaviano, si debba rischiare di essere derubati o quanto meno, si debba assistere alle aggressioni che bande di “nomadi” o “latinos” attuano sotto lo sguardo inerme della vigilanza privata (che con le leggi attuali non può fare nulla) e nell’assenza delle Forze dell’ordine dello Stato, che contrariamente alla presenza costante assicurata sui mezzi di trasporto di tutti i Paesi Civili, a Roma effettuano saltuari interventi che non sortiscono alcun risultato.
Evviva il “garantismo peloso” che per salvare i “soliti noti” dell’arresto obbligatorio, realizzando la depenalizzazione dei “reati minori”, ha dato il via libera a furti, borseggi e rapine improprie … con il concorso di tutti quelli che hanno direttamente o indirettamente partecipato alla demolizione del codice di procedura penale!!!
Michelangelo Guzzardi

Rutelli perse le elezioni su un polverone sollevato dalla destra su uno sciagurato episodio di violenza.
Ma tutti i dati hanno dimostrato che Roma era tutt’altro che una città insicura.
Credo che il dato non sia cambiato soprattutto in termini relativi a città comparabili.
Ma a Roma come nelle altre città questo non significa trascurare i troppi episodi che si ripetono soprattutto in alcune zone sensibili o i segnali di inserimento di attività criminali organizzate.
Andrea Rossi sollecita visioneroma ad occuparsene: lo abbiamo fatto nel passato (vedere il sito) e penso sia opportuno tornarci sopra.
A settembre/ ottobre cercheremo di incontrare il questore di Roma e da li partire per riflettere sulla situazione.
Claudio Minelli

Il mio passato giovanile è le mie frequentazioni di una vita, mi hanno permesso di acquisire consapevolezze e “visioni” sul tema della sicurezza in città.
In alcuni periodi della mia vita, ho spesso frequentato Capitali Europee (in particolare Parigi, Londra e Madrid), dove ho personalmente sperimentato l’efficienza lungimirante della protezione degli utenti del trasporto pubblico da scippi, borseggi ed aggressioni di ogni tipo ad opera di bande organizzate, sullo stile di quelle composte da nomadi o da latinos, che quotidianamente infestano le linee della Metropolitana di Roma e di Milano.
L’inerzia delle Amministrazioni locali e statali, dipende principalmente dallo “smontaggio sistematico” realizzato dalle politiche consociativistiche dei governi Berlusconi, sostenuti da una parte del centro-sinistra, a danno del codice di procedura penale, per salvare malversatori e corrotti, trascinandosi appresso i reati di furto, rapina impropria ed assimilabili, con la conseguenza di annullare l’efficacia delle azioni preventive e repressive delle Forze dell’Ordine ed ancora di più della Vigilanza Privata.
Tutto cio’, come ho già avuto modo di esprimere (inesorabilmente ignorato) , ha creato un clima di insostenibilita’ ed oggi anche di reazioni violente da parte di utenti stremati da tanta insicurezza.
Il risultato ?
Tra un po’, quando arriveremo alla prossima campagna elettorale, invadera’ Metro e strade con azioni forti e risolutive, magari supportate da provvedimenti legislativi straordinari, a dimostrazione del fatto che loro sono persone “di legge e di ordine” …
Michelangelo Guzzardi

E’ una tematica che non sono preparato ad affrontare: mi riferisco alle leggi e agli strumenti repressivi, ad una costituzione che garantisce che la pena deve essere finalizzata alla riabilitazione e a quel senso diffuso che da noi si esce dal carcere troppo facilmente e che sempre più non ci si finisce.
E non ho chiaro nemmeno la situazione degli organi preposti alla sicurezza.
Abbiamo polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia ferroviaria ecc ecc sono adeguati per numero e dotazioni?
Mi ricordo quello che mi disse un commissario ora in pensione sulla situazione romana, nella quale le stazioni periferiche sono considerate quasi luoghi di punizione per i poliziotti ed i dirigenti con la conseguenza di scarse risorse umane e capacità direttive…..
Però possiamo senz’altro affrontare il problema coinvolgendo esperienze e conoscenze.
E’ vero quello che dici: stiamo preparando le basi per ripetere quanto successe con Rutelli…….
Claudio Minelli

Sono a disposizione  dell’associazione per affrontare l’argomento, suggerirei  per lavorarci un impegno dell’avv.Piero  Sandulli  che  potrebbe  darci supporto nell’analisi di quegli strumenti di prevenzione e repressione, già allineati ai principi di garanzia costituzionale nella ricostruzione dell’impianto giuridico dell’Italia post-bellica, volutamente demoliti dalla consociativistica revisione dei codici nel nuovo millennio.
Potrebbe organizzarsi un incontro zoom/meet dopo la pausa estiva. Uno scambio d’idee in diretta, fra soci, su “Sicurezza ” e anche sulla  “Mobilità ” che stiamo affrontando ripetutamente.
Michelangelo Guzzardi

Gli esseri umani, in qualsiasi epoca e luogo, sono stati insidiati da pericoli, sovente generati dai bisogni spinti dall’evoluzione demografica e dallo sviluppo tecnologico che originano inevitabilmente un rischio a volte imprevisto e catastrofico. Perciò le società umane, per difendersi hanno costituito organizzazioni per il controllo e l’adozione dei provvedimenti da intraprendere, spesso in nome del progresso, per rendere prevedibili e controllabili le conseguenze imprevedibili delle scelte compiute. Per tentare di fornire risposte adeguate è stato realizzato il linguaggio dei rischi controllabili, con cui si pensa e si agisce nel mondo dell’insicurezza non controllabile. Ma, l’elemento nuovo della società mondiale del rischio, sta nel fatto che con le scelte attuate, si da luogo a problemi e a pericoli globali che contraddicono radicalmente il linguaggio istituzionalizzato del controllo e, soprattutto, le promesse di un controllo efficace (detto irresponsabilità organizzata). Infatti, il ritmo della crescita della modernizzazione evidenzia che non c’è un “rischio zero” nel mondo, anzi esalta quella realtà sostanziale che pone in rilievo quanto il permanere della sicurezza sia, altresí, un fattore rischioso, poiché minaccia la libertà e la capacità di riforma e d’innovazione, impedendo all’uomo di superare i propri limiti e di migliorare le condizioni della sua specie.
Un fenomeno che ha il suo centro nella sfera pubblica mass-mediatica, nella politica, nella burocrazia, nell’economia, nell’alimentazione, nella quotidianità, nelle guerre e nel terrorismo. Sarà essenziale riconoscere la differenza, politicamente tanto importante, tra rischi calcolabili e l’insicurezza non calcolabile, in particolare sui rischi ecologici, tecnologici e della microcriminalità. Si assiste inermi all’esplosività politica rampante che nel linguaggio del rischio usa con arroganza formule che urlano il numero delle vittime, della mobilità tra i popoli e dei danni veri o ipotetici facendo “deflagrare” le responsabilità, le pretese di razionalità e le legittimazioni in forza dell’aderenza alla realtà. È evidente quanto l’altra faccia del confessato presente di pericolo sia il fallimento di quelle istituzioni che hanno accresciuto la propria preferenza dall’asserita padronanza del pericolo e dei drastici sistemi per il suo controllo. Una politica che pretende di possedere la qualità per il controllo di tutto, a ben vedere è un sistema che fonda la filosofia della sicurezza sulla fiducia ai governi che si avvicendono, definita “l’apparecchio di sicurezza”. Il sistema della sicurezza collettiva indebolisce, però, la difesa individuale che, assopita dall’invadenza aggressiva del sistema produttivo globalizzato, diventa sempre più vittima vulnerabile in caso di attacco da parte di elementi sconosciuti. E’ la filosofia dell’insicurezza che sostiene che stupirsi degli avvenimenti tragici che invadono le cronache quotidiane, siano la negazione inconsapevole del prezzo che comporta l’evoluzione dell’umanità.
Infine, è evidente che l’esperienza dello shock dei disastri e dei fenomeni di violenza sia individuale che collettiva amplificati spietatamente, senza che l’individuo abbia possibilità reali di modificarne il percorso, generano apatia mentale e rassegnazione che fanno amaramente ricordare il titolo dell’incisione di Goya “il sonno della ragione genera mostri”.
Piergiorgio Tupini

Piergiorgio e’ una spietata analisi della filosofia dell’insicurezza….ma allora ? L’individuo sembra non possa fare altro rassegnarsi al corso delle cose……quale indicazione per sperare in un futuro migliore?
Claudio Minelli

Tutt’altro, credo che sia lecito supporre che per quanti provvedimenti si adottino l’insicurezza, parliamo di quella sociale in particolare della microcriminalità , sia un fenomeno inarrestabile, poiché si continua a creare le condizioni economiche e diseducativo che motivano il suo sviluppo. Tutto ciò per ripetere che è immorale fare campagne politiche sull’insicurezza se non si limitano i presupposti che la determinano. La sicurezza è una situazione contraria al modello di sviluppo dell’odierna società che vede protagonisti i cittadini, ma che è sfruttata negli agoni politici per scaricare responsabilità e per accaparrare voti. Vale più parlare di provvedimenti da adottare per garantire condizioni di vita accettabili e di eguaglianza, piuttosto che di repressione e di forze di polizia.
Piergiorgio Tupini

Quella di Tupini è un’analisi terribilmente e tristemente vera !!!
Luciano Chesini

Condivido sulla esigenza di aprire un filone razionale  per contribuire a modificare il mercimonio  sulla violenza diffusa dalla tv nera, che agisce sull’emotività dei più deboli, senza mai inserire gli eventi, anche tragici, nella filosofia della vita sociale costruita da attori mediatici servi dell’economia e del potere

Piergiorgio Tupini


Ho ricercato qualcosa sul tema sollevato. Nella presentazione di questi testi  si cita, in uno, la collaborazione fra pubblico e privato e, nell’altro, lo stato  di diritto. Io avrei aggiunto la scuola ma, sicuramente, converrà prima leggere. Cosa ne pensi di questi testi?

Alle glorie della nuova era globale si contrappone la solitudine dell’uomo comune: la socialità è incerta, confusa, sfocata. Si scarica in esplosioni sporadiche e spettacolari per poi ripiegarsi esaurita su se stessa. Per porre un freno a questo processo occorre ritrovare lo spazio in cui pubblico e privato si connettono: l’antica agorà, in cui la libertà individuale può diventare impegno collettivo. Postfazione di Alessandro Dal Lago.
“Un senso d’insicurezza domina le nostre vite. Temiamo di venir aggrediti per strada o in casa. Paventiamo di perdere il lavoro, di non ottenere la pensione, di cadere malati senza poterci curare. È vero che le protezioni dalla violenza e dai rischi dell’esistenza sono ancor oggi più elevate di quanto non fossero un secolo fa. Accade però che ambedue i generi di protezione vengano oggi erosi da un’ideologia che attribuisce solo all’individuo la responsabilità dei suoi mali, e da un sistema produttivo che divide le persone – classificazione abbietta – in vincitori e vinti. Per accrescere la sicurezza materiale dei beni e delle persone, nota l’autore, bisogna difendere lo Stato di diritto. Per contrastare l’insicurezza dinanzi al futuro occorre salvare lo Stato sociale, dotandolo della capacità di far fronte alle contingenze generate dalla ipermobilità del lavoro e dall’anarchia dei mercati. A ricondurre entro limiti ragionevoli l’una e l’altra dovrebbe provvedere, potremmo aggiungere, lo Stato senza aggettivi.” Luciano Gallino

Antonio Bottoni 


 

Piergiorgio condivido totalmente il tuo punto di vista e temo terribilmente “il mercimonio” che da sempre la destra attua su questi temi. Però,  ti assicuro, nel mese di giugno sono stato costretto a dover prendere metro B e Metro A più volte ed ho assistito ad ogni mio passaggio da Termini, Colosseo, Spagna ed Ottaviano a veri e propri assalti da parte di gruppi organizzati, prevalentemente composti da “Latinos” e da “Nomadi” oramai particolarmente aggressivi, anche perché molti passeggeri, nell’assenza sistematica di vigilanza, hanno iniziato a reagire alla sfrontatezza di queste vere e proprie gang.

Quindi, va bene andare alle radici del problema, ma altrettanto bisogna esigere che Stato e Comune, tutelino la cittadinanza ed i turisti, che oramai sono costretti a dover mettere in conto che sulle Metro di Roma, “si vive l’avventura” …

Michelangelo Guzzardi


In tema di sicurezza la lega dice la sua

ASI) Roma. – “Accogliamo con favore le rassicurazioni che questa mattina abbiamo ricevuto dal prefetto di Roma Lamberto Giannini, a cui ci siamo rivolti per portare alla sua attenzione la grave situazione di degrado e abbandono in cui versa il quartiere Esquilino.

Una zona in preda a bande criminali, spaccio di sostanze stupefacenti, furti che si sono moltiplicati negli anni, abusivismo. Episodi che purtroppo non accennano a diminuire e che generano solo paura e insicurezza all’interno delle nostre comunità. I nostri cittadini chiedono presidi, sgomberi dei mercati abusivi, controlli a tappeto: interventi continui e risolutivi su cui il prefetto si è dimostrato disponibile affinché si possa agire nell’immediatezza. Auspichiamo che, così come il prefetto e il governo si stanno mobilitando per mettere in campo una serie di azioni volte al contrasto dell’illegalità, anche l’amministrazione comunale possa dimostrarsi davvero vicina e sensibile alle richieste dei nostri cittadini, per il ripristino dell’ordine pubblico e della sicurezza soprattutto nei quartieri più fragili della Capitale”. Lo dichiarano in una nota  il deputato della Lega Simonetta Matone e il capogruppo del partito in Campidoglio Fabrizio Santori, al termine di un incontro a Palazzo Valentini con il prefetto di Roma Lamberto Giannini, comitati di quartiere e cittadini.

Antonio Bottoni


Purtroppo le frange malavitose straniere non possono essere educate e condivido pienamente il tuo disappunto e risentimento di esperienze da terzo mondo. Però i nostri giovani meritano di essere recuperati, sempre che la politica becera non ami di più il manganello rispetto all’aiuto concreto, spesso eluso poiché  richiede sacrificio e impegno economico. Il tuo apporto alla discussione è essenziale.

Piergiorgio Tupini


Condivido in pieno e come a suo tempo ebbi modo di illustrare nel corso di un convegno durante la Campagna Elettorale alle primarie per David Sassoli Sindaco, senza il rispetto delle regole, è difficile promuovere Politiche di Solidarietà ed Integrazione.

Michelangelo Guzzardi 


Sulla  stampa un segnale positivo:


Non per fare il disfattista, ma sé questo  è il risultato! Roma Nord…..città metropolitana

Video di Michele Campisi


Intervengo, anche se in ritardo, sulla diatriba in tema sicurezza nella capitale.
Il problema esiste ed è sotto gli occhi di tutti, come in tutte le grandi città europee tolta qualche rara eccezione.
L’errore più grande, a mio avviso, è confondere il tema della sicurezza con quello giudiziario.
Le leggi ci sono, i processi si fanno, i responsabili di reati vengono condannati ed è una favola che uscire dal carcere sia molto facile.
Non è così.
La legalità e il garantismo sono principii intoccabili che non hanno nessuna incidenza sul problema della sicurezza.
Il tema è un altro ed attiene a problematiche organizzative di tutt’altra natura.
Mi riferisco al controllo nei quartieri più colpiti, alla gestione delle forze di polizia, alla illuminazione delle zone più a rischio ed a tutto quello che può consentire un più attento monitoraggio soprattutto nelle ore notturne.
Non commettiamo l’errore assai diffuso, luogo comune abusato, di ritenere che tutto sia ricollegabile alla eccessiva indulgenza di una giustizia molle che con troppa facilità concede un lasciapassare a chi commette reati comuni nella nostra città mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini.
Per non parlare poi dell’altro tema a molti caro della attribuzione di responsabilità alla presenza di troppi immigrati che sarebbero più facilmente dediti a commissione di reati contro il patrimonio e l’ordine pubblico.
Anche questo approccio al tema della sicurezza è a mio avviso fuorviante ed i numeri in tal senso parlano chiaro.
Più stranieri, società meno sicure?
Una prima questione da notare è che, nonostante la tendenza a criminalizzare i migranti, analizzando i dati vediamo che in Europa le società non sono diventate meno sicure a fronte dell’aumento della componente straniera della popolazione, e in particolar modo di una parte di questa (i richiedenti asilo), strutturalmente più esposta a una potenziale condizione di irregolarità.
Sono questi a mio avviso i temi da esplorare per avere un approccio corretto al problema della sicurezza e sono molte altre le riflessioni che vanno necessariamente considerate per affrontare in maniera costruttiva il problema.

Giuseppe Dinoto

Resp. sicurezza e strutture giudiziarie visioneroma


Condivido  l’ analisi dell’avv. Dinoto ; la condivido in particolare quando fa riferimento alla necessità di valutare i “dati”. Credo che il fenomeno debba essere analizzato area per area ed, in ognuna di queste, cosa succeda di giorno e cosa di notte. Colgo l’occasione per sottolineare e rilanciare l’analisi dell’aspetto comunicativo: un’immagine non basta a “fotografare” un fatto.

Antonio Bottoni


Il tema della sicurezza della Città, che non va confuso con quello della legalità ( come è stato giustamente scritto) deve trovare soluzioni nuove che vedano il coinvolgimento di tutti gli operatori politici e amministrativi del territorio ( sulla sicurezza di tutti i cittadini non vanno fatte battaglie politiche). Va potenziato il controllo sul territorio e non possiamo permetterci il lusso di lasciare ampie aree prive di tutela alla gestione del malaffare! Sulla sicurezza bisogna investire ed operare anche con nuove strategie.
Piero Sandulli


Visioneroma ha affrontato il problema in un colloquio con Pino Nazio che qui si riporta.

La sicurezza nella Capitale, verità e problemi reali – Pino Nazio


DATI UTILI SU CUI RIFLETTERE

clikkare sull’immagine




 

 

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