UNA NUOVA RUBRICA: LE MOSTRE PIU’ SIGNIFICATIVE DELLA NOSTRA CITTA’
LE MOSTRE PIU’ INNOVATIVE DELLA NOSTRA CITTA’
l 2025 è un anno importante per Roma: il Giubileo, le tante opere ristrutturate, terminate o in corso e anche le numerose mostre che aprono in città, rendono la Capitale anche Capitale della cultura.
Visioneroma apre una nuova rubrica affidata a Luciano Chesini e Antonio Bottoni sulle mostre che a parere dell’associazione sono particolarmente interessanti e da segnalare.
Da Munch a Picasso, da Dalì a Banksy e Warhol. C’è un mondo da scoprire, nei musei di Roma. c’è tanto da visitare e da scegliere.
Palazzo Barberini Caravaggio 2025
Con Galleria Borghese, con il supporto della Direzione Generale Musei, Ministero della Cultura e col sostegno del Main Partner Intesa Sanpaolo, presentano a Palazzo Barberini Caravaggio 2025, a cura di Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon: un progetto tra i più importanti e ambiziosi dedicati a Michelangelo Merisi detto Caravaggio (1571-1610), con un eccezionale numero di dipinti autografi e un percorso tra opere difficilmente visibili e nuove scoperte in uno dei luoghi simbolo della connessione tra l’artista e i suoi mecenati.
Riunendo alcune delle opere più celebri, affiancate da altre meno note ma altrettanto significative, la mostra vuole offrire una nuova e approfondita riflessione sulla rivoluzione artistica e culturale del Maestro, esplorando per la prima volta in un contesto così ampio l’innovazione che introdusse nel panorama artistico, religioso e sociale del suo tempo. Tra le opere in esposizione il Ritratto di Maffeo Barberini recentemente presentato al pubblico a oltre sessant’anni dalla sua riscoperta, ora per la prima volta affiancato ad altri dipinti del Merisi, e l’Ecce Homo, attualmente esposto al Museo del Prado di Madrid che rientrerà in Italia per la prima volta dopo secoli, accanto ad altri prestiti eccezionali come la Santa Caterina del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, capolavoro già nelle collezioni Barberini che tornerà nel Palazzo che la ospitava, e Marta e Maddalena del Detroit Institute of Arts, per il quale l’artista ha usato la stessa modella della Giuditta conservata a Palazzo Barberini, esposti per la prima volta tutti uno accanto all’altro.
La mostra sarà anche l’occasione per vedere di nuovo insieme i tre dipinti commissionati dal banchiere Ottavio Costa, Giuditta e Oloferne di Palazzo Barberini, il San Giovanni Battista del Nelson-Atkins Museum di Kansas City e il San Francesco in estasi del Wadsworth Atheneum of Art di Hartford, e opere legate alla storia del collezionismo dei Barberini, come i Bari del Kimbell Art Museum di Fort Worth, che torna nel palazzo romano dove fu a lungo conservato.
Chiude la selezione l’importante prestito concesso da Intesa Sanpaolo: Martirio di sant’Orsola, ultimo dipinto del Merisi, realizzato poco prima della sua morte.
In concomitanza con la mostra, il 10, 11 e 12 marzo sarà nelle sale cinematografiche il documentario sulla riscoperta in Spagna dell’Ecce Homo.
Picasso lo straniero a Palazzo Cipolla
Palazzo Cipolla Via del Corso
Per iniziativa della Fondazione Roma in collaborazione con Marsilio Arte, Palazzo Cipolla ospita la mostra dedicata al grande artista del Novecento e al suo percorso artistico e politico, che mette in luce come, da straniero in Francia, abbia definito la propria identità.
La mostra sarà visitabile dal 27 febbraio e indaga, da una prospettiva originale e audace, come Picasso, superando gli ostacoli dell’essere un immigrato, abbia trasformato il panorama artistico con la sua visione estetica rivoluzionaria.
Realizzata grazie alla collaborazione con il Musée national Picasso-Paris, principale prestatore, il Palais de la Porte Dorée, il Museu Picasso Barcelona, il Musée Picasso di Antibes, il Musée Magnelli – Musée de la céramique di Vallauris e importanti e storiche collezioni private europee, la mostra presenterà più di 100 opere dell’artista, oltre a documenti, fotografie, lettere e video: un progetto che si arricchisce – per la terza tappa italiana dopo Palazzo Reale di Milano e Palazzo Te a Mantova – di un nucleo di opere inedite, selezionate dalla curatrice Annie Cohen-Solal proprio per il percorso espositivo di Palazzo Cipolla.
“La mostra che ripercorre la maturazione artistica dell’artista spagnolo da quando agli inizi del novecento si trasferì a Parigi tentando, invano, di ricevere la cittadinanza francese, che gli fu sempre negata sulla base di inverosimili pretesti burocratici.
Proprio da tali molteplici vani tentativi di ottenere la cittadinanza che Picasso trae l’ispirazione di dipingere la burocrazia come un minotauro in alcuni quadri guidata da una bambina a rappresentare i pretesti infantili che gli avevano negato il diritto di appartenere allo stato nel quale ha vissuto per quasi tutta la sua esistenza. Alla fine quando negli anni sessanta gli fu offerta la cittadinanza, fu il pittore, ormai ricco e famoso, a rifiutarla.
Una mostra da vedere, per la altissima qualità delle opere esposte, ma anche da meditare su di una burocrazia poco accogliente e non idonea a recepire le effettive esigenze di chi emigra per realizzare se stesso.”
Nota di Piero Sandulli