RIFIUTI URBANI UNA LINEA MORBIDA MA FATTIBILE – INTERVENTI GIAMPIERO RAVAGNAN RESP CICLO DEI RIFIUTI VISIONEROMA


Servizio di gestione dei rifiuti   urbani di Roma Capitale per il periodo 2022-2025.


IN  ATTESA  DEL TERMOVALORIZZATORE DI ROMA  LA MESSA IN FUNZIONE DEGLI IMPIANTI DI BIOMETANO DA FORSU E’ INELUDIBILE: OCCORRE UN PIANO REGIONALE
Il programma elettorale del Sindaco Gualtieri non prevedeva la costruzione di un termovalorizzatore al servizio di Roma Capitale; comunque, se sarà possibile realizzarlo, è bene concocorrere ad una  progammazione del ciclo integrato dei rifiuti senza remore ideologiche nel processo di valutazione complessiva, che   è  si  tecnica ,  ma  deve avere una sua sostenibilità  economica che possa alla fine permettere di abbassare il costo della TARI.
La Giunta Comunale di Roma aveva anche approvato  la costruzione di due impianti biodigestori per la FORSU da 100.000 tons/anno da finanziare con i fondi del PNRR che non sono stati però concessi e quidi sono scomparsi dalle cronache e dal dibattito politico.
Le popolazioni interessate a Casal del Selce e a Cesano   non sono favorevoli a queste installazioni ma la gestione della
 FORSU nel Lazio è fondamentale  per trasformare un costo – quello di trasferimento dei rifiuti  fuori Regione – in un processo tecnologicamente avanzato che crei un prodotto di alto valore sia ambientale che economico; la sfida al metano naturale di importazione si può vincere anche con la produzione di biometano che può contribuire da una parte alla diminuzione degli acquisti di gas naturale e dall’altro rappresenta un caposaldo della economia circolare.
In Italia , stando ai dati forniti dal Consorzio Italiano Biogas (CIB),  sono  operativi circa 1.500 impianti di biogas (di cui 1.200 in ambito agricolo)   mentre del Lazio solo… progetti in corso.
La dimensione media degli impianti esistenti è tra le 30.000 e la 70.000 tons/anno;  forse quelli da 100.000 tons/anno previsti dala Giunta Gualtieri  sono troppo grandi in termini di impatto ambientale e sulla popolazione del territorio,   quindi un compito del prossimo Governo della Regione Lazio dovrà essere quello di redigere un Piano Regionale che non solo riguardi Roma Capitale ma anche tutte le altre Province del Lazio  per la produzione di biometano da FORSU e dalla zootecnia ove esistente.
Sono impianti a redditività sicura che possono generare occupazione e valore industriale.
Come detto prima,  le tecnologie sono mature ma va fatto un piano di localizzazione degli impianti  minimizzando costi ambientali e disagio per le popolazioni.
E’ una strada obbligata, diversamente è un impoverimento di tutti costretti a pagare costi di trasporto degli RSU  senza alcuna ricaduta positiva sul Territorio
RIFLESSIONE  SUL CICLO DEI RIFIUTI A ROMA
Subito il decentarmento delle competenze ai Municipi
La vicenda del termovalorizzatore a Roma è dventato anche il pretesto delle doglianze del prof. Giuseppe  Conte al premier  Mario Draghi,    vicenda questa che non può ceratmente interessare gli  abitanti di tutte le Regioni dove i termovalorizzatori funzionano da anni; ci domandiamo se un regolamneto di conti al Campigoglio tra la precedente sindaco  Raggi ed l’attuale  sindaco Gualtieri possa entrare nel contesto di problemi fondamentali  di livello nazionale ed internazionale che l’Italia ha davanti a se con un fardello di debito pubblico che, se  non governato,  diventerà  un macigno insormontabile sulla strada dello sviluppo del Paese;  questo  punto ha fatto diventare banale ed incosistente tutto il documento delile doglianze presentato dal  (residuo) M6S
Premesso che il problema del termovalorizzatore non  faceva parte del programma di Roma Capitale presentato da Gualtieri che ha affermato che appena  ci vorrà almeno un anno per avere il progetto  dell’impianto,  il problema  è l’attuale situazione , ben rappresentata dalla foto scattata nelle vicinnanze dell’ingresso a Villa Pamphili   sulla via Aurelia Antica: sta così da una settimana !  ….nonostante la segnalazione……
Nel frattempo saerbbe interessante sapere quale  stato di avanzamneto ha la delibera della Giunta Captolina di aprile 2022 sulla iniziativa dei biodigestori    per la FORSU affidata ad AMA da presentare sui fondi del PNRR;  dal sito di AMA nessuna comunicazione in merito a questa attività se non la richiesta delle Conferenza dei Servzi con la Regione Lazio  che vede l’Assessorato  Regionale orientato ad impianti più  piccoli,  di minore impatto sui territori individuati.; a che punto è il confronto ?
Ma guardando   i cassonetti   risultano pieni quelli della carta, come pure le  campane del vetro per non parlare di plastica ed affini con tutto intorno sporco di sacchetti abbandonati poichè i cassonetti sono pieni;   degno di nota  che AMA ha indetto un appalto per fornirsi di spazzatrici che arrivernno  forse a fine anno….. ma nel frattempo?
A quando il trasferimento delle competenze reali su questa  materia  ai Municipi come previsto dal programma elettorale  per il governo della Città ? Per ora sono enunciati nel sito AMA  dei principi generici  rispetto ai quali la logica di gestione rimane centralistica…..con i risultati che si vedono.
La proposta del termovalorizzatore ha senso e può essere credibile se nel farttempo funziona la raccolta e lo smaltimento, anche fuori Regione, in attesa di un Piano Industriale che al momento non si vede.. con una perdita di immagine della Città a livello internazionale.
Chi ha votato per il programma elettorale di Gualtieri deve chiedere  adesso l’immediata attuazione del traferimento delle competenze reali ai Municipi per quanto attiene la gestione di raccolta di tutti rifiuti non nocivi  e definire la loro destinazione  nei siti regionali e/o fuori Regione utilizzando i servizi già in carico ad AMA   eventualmente da potenziare con nuovi appalti di servizio  secondo le esigenze dei singoli Municipi.
Una quota parte della TARI dovrebbe essere devoluta ai Municipi  a partire dal bilancio del prossimo   2023 sulla base delle competenze trasferire ed attibuite con il connesso  decentramento delle relative funzioni.
Questa scelta si può fare subito a prescindere dalla vicenda del termovalorizzatore ed è coeerente con il porgramma elettorale che VISIONE ROMA ha sostenuto e nel quale continua a credere.

VISIONEROMA SUGLI SVILUPPI E DOPO L’INCONTRO CON L’ASSESSORA SABRINA ALFONSI

Ho visto nelle pagine dei giornali le reazioni alla proposta del Comune di fare due grandi impianti di biogas  a Cesano ed a Casal del Selce per il quale   è emersa l’opposizione  anche dei consiglieri Pd del Municipio Aurelio.
Il problema a mio avviso riguarda non la proposta in se, ma la dimensione e l’asservimento di un Territorio  ad esigenze  che non lo riguardano;  la scelta  delle  delega ai Municipi della materia    è corretta ma deve  essere allora coerente nella programmazione e nella dislocazione di impianti  a misura delle esigenze.
Solo per il I Municipio bisogna ricorrere ad impianti fuori dal suo contesto territoriale,  ma per gli altri bisogna pensare a tipologie impiantistiche uniformi  in una fascia da 50.000 a 70.000 tons di rifiuto organico misto ( FORSU, fanghi di depurazione, sfalcio erboso )   che poi mischiato ad  altro  materiale fogliare/erboso in compostaggio  possa diventare un fertilizzante organico di qualità a norma con le norme regolamentari  vigenti.
E’ da tenere presente  che  per alimentare con 100.000 tons/anno  di FORSU un biodigestore occorrono,  circa 10.000 conferimenti con i camion di AMA  ( in 200 giorni lavorativi  50 viaggi al giorno  su Aurelia e   Cassia )   con inevitabile intasamento del traffico in prossimità degli impianti e connesso inquinamento.
Una taglia più contenuta  degli impianti  con una filiera  più corta di trasporto limita i costi complessivi di esercizio della gestione  raccolta>trasferimento> conferimento >ritorno alle autorimesse. dei mezzi .
Io credo che la popolazione possa accettare un piano nel quale gli oneri ambientali siano distribuiti in maniera uniforme nei Territori e nelle competenze dei Municipi,  oltretutto  in linea con il programma regionale.
Bisogna considerare che un piano del Comune di Roma in contrasto con la Regione appoggiata dalle popolazioni locali è  di difficoltosa realizzazione, meglio essere pragmatici tenendo presente vincoli tecnologici e gestionali  che hanno i mega impianti; la soluzione di Bologna e senz’altro  interessante  ma non è la sola presente nel contesto nazionale poichè  Bologna ha 400.000 abitanti,;  se ne ha fatto uno,  per  Roma  il calcolo di quelli necessari è conseguente.
All’ottima assessora Sabrina Alfonsi  continuiamo a suggerire una linea morbida ma molto concreta e fattibile e soprattutto realizzabile.
Visioneroma realizzerà nei prossimi giorni  un incontro con il Consorzio Italiano Biogas  dal quale avere   una panoramica delle soluzioni già collaudate cha vadano dalla raccolta del RSU,  al biometano per Trasporto Pubblico con scelte ragionate  fattibili.

Inceneritore a Roma ? Perché no, ma in un Piano Industriale complessivo anche ecosostenibile della gestione della RSU di Roma Capitale

 

Copenaghen è  la città più popolosa della Danimarca con 638 117 abitanti nel comune (1 335 000 nell’area urbana al 2021) ed il tanto citato termovalorizzatore con tetto “sciabile” tratta 35 tons/ora ovvero, sulla base dei dati ricavati dalle informazioni reperibili, 300.000 tons/anno.

Il Sindaco di Roma parla di un impianto di 600.000 ton/anno e non si capisce in che maniera l’impianto possa essere raddoppiato, o se ne fanno due?

Per alimentare un impianto di queste dimensioni , sempre sulla base dei dati reperibili in rete relativi all’impianto, sarebbe necessario un apporto di 70 ton/h ovvero 1.700 tons/die corrispondenti ad un trasporto con oltre 80 camion con un relativo consumo medio stimabile di oltre 4 tons di gasolio al giorno con la spesa di oltre 6.000 euro di combustibile.

Costo del solo trasporto del materiale all’inceneritore quindi oltre 2 ML di euro di combustibile/anno e la emissione di almeno 2.400 tons/anno di CO2 ricche di PM.

Premesso che per raddoppiare un impianto il progetto , con la relativa ingegneria va rivisto come pure il progetto urbanistico per assicurare gli spazi necessarie alla logistica del trasporto, forse vale la pena di considerare di fare due impianti “fotocopia” di quello di Copenaghen in due siti distinti di Roma che possano così ottimizzare i costi e l’impatto ambientale del trasporto.

Anche l’utilizzo del calore va ripensato poiché il teleriscaldamento necessita di importanti e costose infrastrutture e quindi è meglio produrre energia elettrica che può avere molteplici utilizzi e non ha problemi di trasporto.

Nessuna posizione preconcetta quindi per la “termovalorizzazione” del materiale di scarto che andrebbe a discarica ma questo tecnologa che sostanzialmente può produrre, insieme al biometano da FORSU, energia dalla RSU di Roma Capitale, si deve però inserire in un Piano Industriale complessivo di raccolta differenziata, pretrattamento e valorizzazione di materie prime seconde – energia compresa – con il coinvolgimento dei Municipi ed essere coerente con gli obbiettivi di transizione energetiche della UE.

La normativa EU e quella nazionale è chiara e non prevede deroghe.

L’ESPERIENZA A VENEZIA
La mia esperienza  ha riguardato il progetto di Venezia per quanto attiene la raccolta ed il trattamento di RSU non differenziati – impossibile con 30 milioni di turisti all’anno –  fatta in stabilimenti di vaglio e separazione delle diverse frazioni con un risultato finale di conferimento a discarica del 4% della raccolta   complessiva; i moduli “industriali” trattano circa 250.000 tons/anno ciascuno provenienti  dall’area metropolita veneziana.
Nel centro storico di Venezia la raccolta è alla porta/cortili dei palazzi.
Il rifiuto plastico viene trasformato in CSS ( combustibile solid secondario )  che viene mescolato al carbone usato nella centrale ENEL di Fusina mentre l’organico parte va in compostaggio da utilizzare pera aree a verde e parte  per la trasformazione in biogas in impianti nel territorio veneto.
L’impianto di Tortona realizzato con un contributo dal MiSE  a valere su INDUSTRIA 2015 – di questo progetto ho fatto parte del Comitato di Indirizzo e Sorveglianza – è servito sia per ottimizzare il pretrattamento della biomassa sia, con l’avvento di SNAM, che ha acquistato la struttura , alla produzione  di biogas liquefatto – bioGL- adatto all’utilizzo nella mobilità ecosostenibile; con questo sistema di tecnologia integrata dalla FORSU si ricava un biocarburante di pregio che potrebbe alimentare i mezzi della raccolta degli RSU in distributori  situati presso gli stessi siti di produzione di biogas,  con conseguente risparmio di gestione dell’intero ciclo produttivo.
La dimensione della raccolta romana può alimentare almeno  10 impianti come quello di Tortona situati nei terreni a ridosso del GRA  che siano asserviti ai differenti Municipi;  inoltre  un ulteriore impianto potrebbe essere asservito al  CAR.
La tecnologia nel suo complesso è già  matura, è trasferibile con accordi di programma pubblico-privati  -esiste un Consorzio Nazionale del Biogas –   e finanziabile nel PNRR: va fatto quindi anche  un importante lavoro di adeguamento del Piano Regolatore della Città per la localizzazione degli impianti  e le connesse aree di servizio oltre ad un Piano di Formazione del personale addetto alla gestione degli impianti con nuova occupazione.
 Vi sono altre questioni da approfondire  ma diventano un corollario rispetto una scelta strategica sul destino della FORSU di Roma…….
Il prof. Giampietro Ravagnan ha accettato di seguire per Visioneroma, la problematica dei rifiuti urbani e delle connesse procedure operative


VISIONEROMA INCONTRA SABRINA ALFONSI

 

 


PROF. GIAMPIETRO RAVAGNAN

Nato a Padova il 22.06.1945, si è iscritto all’Università di Roma per l’anno accademico 1964-65 al corso di laurea in Scienze Biologiche della Facoltà di Scienze; laureandosi nel novembre del 1968 con una tesi sperimentale di immunologia.

Dal dicembre 1970 ottobre 1971 Ufficiale di Complemento del Servizio NBC presso i Laboratori di Ricerca dell’Esercito

Carriera Accademica

1971 Da novembre assistente di ruolo presso l’Istituto di Microbiologia della Facoltà di Medicina dell’Università di Roma.

1976 In congedo da assistente, professore incaricato di Microbiologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università di Roma e della Libera Università degli Studi di Chieti.

1979 Professore incaricato stabilizzato di Microbiologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia della Libera Università di Chieti.

1980 Professore associato di Microbiologia presso l’Università di Chieti.

1985 Professore straordinario di Microbiologia presso l’Università di Chieti.

1988 Professore ordinario di Microbiologia presso la facoltà di Scienze Matematiche e Naturali – II Università di Roma “Tor Vergata”.

1995 Professore ordinario di Microbiologia al Corso di Laurea in Scienze Ambientali dell’Università di Venezia “Cà Foscari fino al 2015

Altri Titoli

1970 Socio della Società Italiana di Microbiologia;

1976 Membro eletto nel Comitato Nazionale per le Scienze Biologiche e Mediche del Consiglio Nazionale delle Ricerche; riconfermato per elezione nel quadriennio 1981-1984

1978 Nominato con D.P.R. componente del Consiglio Sanitario Nazionale in rappresentanza del CNR fino al 1993, data di scioglimento dello stesso; nell’ambito di tale incarico è stato componente della Commissione per la ricerca scientifica e per il riconoscimento degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico

1979 Membro della American Society for Microbiology;

1981 Direttore dell’Istituto di Embriologia Molecolare del CNR di Napoli fino al 1984;

1985 Direttore dell’Istituto di Medicina Sperimentale del CNR a Roma, carica ricoperta fino al 31/12/2000;

1994 Componente del Consiglio di Amministrazione del CNR fino al 1998;

1995 – Nominato Accademico della International Academy of Sciences of Higher School di Mosca quale riconoscimento per gli studi sulle patologie a seguito dell’incidente di Chernobyl;

– Membro della Biophysical Society;

2000 Nominato esperto nel Comitato Nazionale per le Biotecnologie e la Biosicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri fino al 2006.

2002 Nominato componente della Commissione Grandi Rischi presso il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio, sottocommissione Rischio Ambientale e Sanitario fino al 2007

2005 Nominato componente del Gruppo di Lavoro per le Biotecnologie Industriali della Presidenza del Consiglio dei Ministri fino al 2010

Esperto in Commissioni e Programmi Nazionali

– Esperto nell’albo dei valutatori dei progetti di ricerca industriale dell’IMI e quindi del MURST/MIUR e MiSE/MAP, dal 1985 al 2008

– Comitato Scientifico del Primo e Secondo Piano Nazionale di Ricerche in Antartide, Responsabile del programma di Biologia, Medicina e del progetto Telemedicina (1985-1991)

– Ha partecipato come esperto ad un programma internazionale del Ministero degli Affari Esteri riguardante l’effetto dell’incidente di Chernobyl sulla salute umana in Ucraina.( 1988-1993 )

Coautore di oltre 140 pubblicazioni censite su PubMed con oltre 4500 citazioni su riviste internazionali

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