DEHORS A ROMA QUALE FUTURO? DI FRANCESCA PEZZELLA
Proposte relative alla tematica dei dehors per gli esercizi di somministrazione
In vista della scadenza al 31 marzo 2022 della disciplina transitoria ed eccezionale in materia di occupazione di suolo pubblico funzionale agli esercizi di somministrazione alimenti e bevande avanziamo le seguenti proposte.
Premessa
E’ fondamentale un coinvolgimento di tutti i soggetti interessati: uffici comunali, sovrintendenza, categorie, e Asl.
Con l’occasione è necessario rivisitare i criteri sull’occupazione di suolo pubblico per gli esercizi sopra citati.
Suggerimenti di Visioneroma:
¨Proroga fino al 31 dicembre 2022 con accelerazione per la stesura di un nuovo regolamento e la rivisitazione del “Catalogo dell’arredo urbano”.
¨Incentivare la rinascita di attività artigianali in aree urbane centrali ponendo fine alla sistematica trasformazione delle attività commerciali in esercizi pubblici spesso esercitati in maniera improvvisata.
¨Tutelare le strade piene di attività di somministrazione ridimensionando le o.s.p. concesse in periodo emergenziale covid con definizione di un arredo urbano omogeneo;
¨Salvaguardare i beni tutelati, il Patrimonio Unesco e le facciate dei palazzi compresi nel Sistema Insediativo definito dal PRG, dalle affissioni di insegne, pannelli, luci, tende ecc. abusive;
¨ Tutelare le Mura a cui bisogna stare distanti 50metri, ma nel coniugare questo aspetto basilare con la sicurezza e la vivibilità, laddove le Mura sono fiancheggiate da stradedefinite locali a basso scorrimento, è possibile derogare concedendo le O.S.P. e rendendo responsabili i conduttori delle attività che ivi somministrano alimenti e bevande, al controllo sia della pulizia che dell’abbandono con bivaccamento in quelle stesse aree;
¨ La normativa attuale prevede distanza dagli alberi 1,5/2mt (a seconda dei Municipi) distanza intesa non dall’albero ma bensì dal suo invaso, è possibile pensare che una volta lasciata la fascia libera di 2m. sul marciapiede di ridurre la distanza dall’invaso dell’albero e coinvolgere il ristoratore al mantenimento e giusto attecchimento dell’albero;
¨ Per le attività storiche, di cui si trova memoria in archivio, è possibile non adeguarsi alla normativa vigente in caso di successione o passaggio di proprietà o cambio societario, stabilendo deroghe alla normativa vigente (stesso discorso per insegne e ombreggiature);
¨Inserire nel catalogo degli arredi i dehors uniformando il disegno in tutte le aree del comune di Roma, eliminando così i vari elementi di superfetazione realizzati per motivi climatici, emergenziali e deturpanti il panorama urbano;
¨ Fondamentale è la PARTECIPAZIONE degli attori aventi diritto alle o.s.p. affinché siano artefici di proposte unitarie quando le loro attività insistono sulla stessa strade o nella stessa area e diventino i GARANTI della manutenzione, del controllo e della pulizia degli spazi a loro concessi, favorendo la presentazione di progetti d’arredo unitari.
¨Stabilire una giusta distanza tra le o.s.p. e i beni tutelati, trovando normative più chiare rispetto al “mancato godimento di vista prospettica o distanza adeguata che faccia vedere il bene tutelato”.
Riassumendo:
-TUTELA DELLE ATTIVITA’ STORICHE ARTIGIANALI E DI SOMMINISTRAZIONE
TRADIZIONALI STORICHE
-RIVEDERE CATALOGO ARREDO
-SICUREZZA, MANUTENZIONE E DECORO
-PARTECIPAZIONE
DEHORS TRA DECORO, STRISCE BLU, VIABILITA’, ESIGENZE DI RISTORATORI E ESERCENTI DEI BAR, RESIDENTI, SICUREZZA E TURISMO
COME CONCILIARE TUTTI GLI INTERESSI IN CAMPO?
di Francesca Pezzella, resp. commercio di Visioneroma
e
Intervento e commento di Claudio Pica, Presidente FIEpet confesercenti roma e Lazio
e
altri commenti e repliche
In una nostra precedente presa di posizione dopo l’incontro che abbiamo avuto con l’Assessore allo Sviluppo economico e commercio Monica Lucarelli sostenevamo:
“Credo che la proroga al 31 dicembre sia più logica rispetto al 30giugno, così si ha il tempo di redigere ‘finalmente’ un documento generale sul catalogo degli arredi che soddisfi i criteri imposti dagli Enti Comunali e sovracomunali, e i titolari di bar e ristoranti (la cui occupazione di suolo pubblico “emergenziale” è regolarizzabile) non “perdono” l’estate.
Non sappiamo se si è affrontato anche il tema della necessaria revisione dei valori di cosap/tosap che viene corrisposta per le osp.
Si accenna anche alla riclassificazione delle strade ed evidentemente si fa riferimento al viario di Roma del 2015, cosa da noi fortemente suggerita, e su quale fine faranno i PMO ( Piano Max occupabilita’) alcuni adottati ma non approvati e che però dettano criteri ulteriormente restrittivi per il Centro storico in fase di richiesta. Semplificazione da noi richiesta. Tutti temi che speriamo siano trattati nel tavolo preannunciato”.
Alla luce delle recenti notizie di stampa su imminenti decisioni dell’Amministrazione Comunale, frutto anche di una necessaria “mediazione” con l’Assessore alla Mobilità Eugenio Patanè, torniamo sull’argomento.
UN NUOVO VIARIO
Questione dei Dehors : finalmente si parte dalla viabilità? Quindi possiamo ripensare anche i PMO (Piani di massima occupabilità) ed il viario di Roma datato al 2015?
Abbiamo sempre sostenuto che a Roma questa opzione è assolutamente opportuna e necessaria.
Bisogna proprio ripartire da qui. Considerare fondamentale il criterio che laddove il marciapiede per la sua profondità non lo consente, è possibile mettere la osp sugli stalli di sosta’ e consentire, con questo criterio, sempre e comunque sulle strade locali di mettere le osp.
I Dehors se ben fatti e rispettosi delle regole e del decoro, concorrono alla sicurezza, alla vivibilità delle città e al turismo.
Altro problema da superare è la definizione di profondità minima di osp/dehor che va cercata storicamente nel rinvio al “ Manuale dell’Architetto’ dove 60 cm sono considerati di prassi, la misura per dimensionare gli spazi solo nelle aree suburbane.
Nelle aree centrali la profondità consentita diventa però 80cm (con i criteri del centro storico e PMO) e quindi difficilmente nei marciapiedi (stretti) possono realizzarsi le osp lasciando libero il passaggio dei pedoni (di norma 2 metri), non considerando neanche le altre distanze obbligate ( alberature, semafori, paline varie, ecc.)
Regolarizzare le Osp concesse in via emergenziale non sarà semplice se prima non si uniformano i criteri con cui vengono date le osp/dehor in tutto il territorio comunale.
SERVE UN DOCUMENTO UNICO AGGIORNATO
Una volta individuati i criteri per la richiesta delle osp/dehor è necessario aggiornare il catalogo dell’arredo urbano ( quello vigente sotto scaricabile) inserendovi anche i dissuasori, le dimensioni degli ombrelloni ed un disegno del vero e proprio ‘dehor metallico’ e/o di legno, senza fare il rimando all’allegato B (sotto scaricabile) della normativa previgente e sue modifiche.
Serve un documento unico completo che non lasci dubbi ad interpretazioni e che soprattutto sia di concerto con i criteri imposti o suggeriti dagli Enti sovracomunali o di tutela delle bellezze architettoniche che Roma offre e devono rimanere visibili e non occultate dalle occupazioni di suolo pubblico!
Arch. Francesca Pezzella, resp. sezione commercio di Visioneroma
(*) Altro articolo di Francesca Pezzella
COMMENTO E VALUTAZIONE DELLA FIEpet CONFESERECENTI
La questione dei dehors è uno dei punti fondamentali per programmare una vera ripartenza dei pubblici esercizi e per ripensare a una riqualificazione della città, creando le basi per una Roma viva, ma allo stesso tempo decorosa.
I pubblici esercizi vengono spesso demonizzati, ma dobbiamo pensare a valorizzare gli esercenti virtuosi che con le loro attività, non solo arricchiscono il tessuto economico urbano, ma rendono pulite e sicure le strade della Capitale. Ed è proprio in questa direzione che dobbiamo lavorare: regole certe, ma applicabili.
Un nuovo regolamento
Credo, pertanto, che sia opportuno prolugare a Dicembre l’osp emergenziale al fine si dare una boccata d’ossigeno agli imprenditori tediati dalla situazione pandemica e, allo stesso tempo, sfruttare questo periodo per lavorare su un nuovo regolamento di occupazione di suolo pubblico e sui piani di massima occupabilità che ormai risultano essere vecchi e inadeguati alla situazione attuale, nonché molto spesso privi di ogni fondamento logico e giudirico.
I piani di massima occupabilità, infatti, hanno drasticamente ridotto la superficie di occupazione di suolo pubblico, molte volte azzerandola completamente con un risultato disastroso sia per gli esercenti, sia per i clienti (turisti e non) che vorrebbero gustare le nostre eccellenze all’aperto, ma che invece trovano un’auto parcheggiata al posto di un tavolino.
Poche regole, ma chiare
Bisogna quindi lavorare per portare Roma a livello delle altre capitali europee; come detto prima, quindi, poche regole, ma chiare e certe. Bisogna ripensare al catalogo degli arredi per dare dare un’immagine decorosa, ma al tempo stesso per far fare investimenti certi agli esercenti.
Claudio Pica
Presidente FIEpet confesercenti roma e Lazio
La F.I.E.P.e T., Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici, è l’associazione di categoria che opera in rappresentanza degli operatori del settore degli esercizi pubblici associati alla Confesercenti.
ALTRI COMMENTI ALL’ARTICOLO SUI SOCIAL