EX MERCATO DEI FIORI: QUALE FUTURO? DI GABRIELE GANDELLI E SUCCESSIVI COMMENTI
EX MERCATO DEI FIORI: QUALE FUTURO?
di Gabriele Gandelli
Sostenibilità energetica ed ambientale
Alfredo Cascinari che per Visioneroma ha partecipato all’assemblea pubblica ci ha fatto pervenire le impressioni rilasciate da Renato Sartini, consigliere del I Municipio che riportiamo:ROMA: IL FUTURO DELL’EX MERCATO DEI FIORI
Ieri assemblea pubblica coi Cittadini…
Alla presenza di 3 pezzi forti della politica amministrativa capitolina: l’Assessore al Patrimonio Tobia Zevi, l’Assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia e il Presidente della Commissione Patrimonio Yuri Trombetti. Dei quali ho condiviso e apprezzato gli interventi. Non fini a sé stessi per presenza istituzionale, ma perché animati da spirito di cambiamento e desiderio sincero di voler ascoltare le istanze del territorio.
Ho visto anche una buona partecipazione dei Cittadini che hanno detto la loro con interventi utili agli amministratori territoriali. E che mi hanno indotto a fare un brevissimo intervento rimarcando due cose.
La prima è che nel territorio cosiddetto di Prati, e in maniera rilevante, le forze dal basso ovvero i civici impegnati sui territori da anni fanno la differenza nel rilancio di questa parte del Primo Municipio ovvero l’ex 17mo. E di questo movimento se ne parla in diverse parti di Roma. Realtà che ho citato, come Insieme 17, Prati Verde, Amici di Via Plava – Comitato Quartiere Della Vittoria laboratorio per Roma, comitato per il Pratone di Via Teulada, ma anche tutti quei singoli Cittadini impegnati giorno dopo giorno a monitorare la città, rappresentano una riserva aurea per il territorio. Che andrebbe sempre di più valorizzata e ascoltata. A tutte queste persone animate dal mio stesso senso civico e attaccamento al bene comune dico grazie .
Come secondo punto del mio intervento ho sottolineato la speranza che IL MERCATO DEI FIORI POSSA DIVENTARE PER PRIMA COSA, come indicato da sempre dai Cittadini, una “PALESTRA PUBBLICA MULTIDISCIPLINARE MUNICIPALE CON PISCINA”.
Perché in altri municipi esistono e a Prati no? Perché socialmente sarebbero utili in altri Municipi e nell’ex 17mo no?
I tempi sono cambiati… La forbice tra i ricchi e meno abbienti è aumentata eliminando quasi la media borghesia. E questo è un fatto. Come la mancanza di strutture sportive territoriali.
Al di là di ogni altra considerazione, il processo partecipato sull’ex Mercato dei Fiori è iniziato. E ci saranno moltissimi incontri per poterne parlare e confrontarci: tutti insieme.
Renato Sartini Consigliere Municipio Roma
I COMMENTI PERVENUTI
Gianfranco Piccioni
Risposta all’amico Assessore Zevi con l’approfondimento richiesto.
Mi scuso per la sintetica valutazione, che in realtà era una riflessione col Presidente, un esperto incontestabile di processi di rigenerazione urbana e valorizzazione patrimoniale.
Lui lo ha inserito nei nostri social perché secondo lui era un utile contributo al dibattito.
Nel merito.
Mi sono occupato del mercato dei fiori per circa tre anni, fra il 2015 e il 2017.
L’edificio era, ed è ovviamente, in una condizione manutentiva pessima, non erano mai stati svolti lavori di manutenzione, giusto qualche “romanella” ogni tanto.
Prima domanda.
Perché non prevedere la demolizione.?
Il vincolo, quello generico scatta dopo 70 anni dalla edificazione e non è scattato.
Altro elemento da valutare è che nell’ambito del PUP era stato costituito a favore di due imprese “un interesse legittimo” per la realizzazione di progetti di parcheggio. A noi non interessano le imprese coinvolte ma conoscere la vicenda si, anche per non dover poi affrontare contenziosi.
Non c’è traccia di questo nelle slide.
Modello di “gioco delle parti”:
- I cittadini vogliono i servizi (mi raccomando) senza “esternalità negative” e lo chiedono al comune.
- La politica non ha i soldi e dice “vincoliamo tutto allo status quo” così evitiamo cantieri lunghi e impattanti e chiamiamo un benefattore dal mercato per dare il servizio ai cittadini.
- Il bando, meglio i bandi; il mercato vuole il profitto, il mantenimento è molto costoso, ci sono le vere condizioni per suscitare interesse? Oppure rischiamo la solita storia : Primo deserto, poi un secondo bando con riduzione dei vincoli e via così.
Il partenariato pubblico privato
Il PPP è uno strumento che ha avuto una vita agitata, voglio evidenziare con lo stralcio del D. Lgs 36/2023 che Roma Capitale, deve fare (l’ha già fatto ? ) l’inserimento nel Piano Tiennale cosi’ come mancano le valutazioni economiche di fattibilità, obbligatorie per il Piano Economico Finanziario.
Quindi di seguito.
“Art. 175
Programmazione, valutazione preliminare, controllo e monitoraggio
- Le pubbliche amministrazioni adottano il programma triennale delle esigenze pubbliche idonee a essere soddisfatte attraverso forme di partenariato pubblico-privato.
- Il ricorso al partenariato pubblico-privato è preceduto da una valutazione preliminare di convenienza e fattibilità. La valutazione si incentra sull’idoneità del progetto a essere finanziato con risorse private, sulle condizioni necessarie a ottimizzare il rapporto tra costi e benefici, sulla efficiente allocazione del rischio operativo, sulla capacità di generare soluzioni innovative, nonché sulla capacità di indebitamento dell’ente e sulla disponibilità di risorse sul bilancio pluriennale. A tal fine, la valutazione confronta la stima dei costi e dei benefici del progetto di partenariato, nell’arco dell’intera durata del rapporto, con quella del ricorso alternativo al contratto di appalto per un arco temporale equivalente.
Per concludere, da visionario di Visioneroma, tutte le capitali europee con un’area così pregiata attiverebbero un bando di progettazione, il migliore viene realizzato o con fondi pubblici o con PPP (ma vale quanto detto sopra per la procedura).
Roma Capitale, prima del bando per la realizzazione, fa quanto nei suoi poteri/doveri ad esempio l’attivazione dei previsti istituti di partecipazione popolare, le varianti urbanistiche necessarie, i piani di fattibilità, il finanziamento comunale eventuale?
Spero con il mio intervento di stimolare anche la nostra (di Visioneroma) nutrita e prestigia componente di tecnici e urbanisti, per ampliare la riflessione.
L’intento è encomiabile, ma manca qualcosa.
Cosa dice l’amministrazione?
Federico Bardanzellu
Entro nell’argomento Ex Mercato dei Fiori, di cui ho qualche nozione, avendolo diretto dal 2009 al 2015 circa. Per quanto riguarda la manutenzione effettuata ricordo a Gianfranco Piccioni che durante il mio incarico ho provveduto alla messa a norma antincendio della struttura e all’eliminazione dell’amianto dalla pensilina esterna. Rimangono ancora i cassoni dell’acqua in amianto, essendo gli stessi realizzati ancora all’inizio degli anni 60 ma, per fortuna, in locali in cui era possibile l’accesso solo in caso di guasti (fortunatamente mai avvenuti durante la mia direzione). Altri interventi di manutenzione straordinaria non furono possibili per i vari progetti che si sono succeduti nel tempo di trasferire la struttura. Ciò è avvenuto poi nel caso di recente emergenza che ha costretto l’amministrazione ad “accampare” la struttura provvisoriamente in Via Togliatti. Detto ciò ritengo che non vi possa essere progetto di utilizzo/riutilizzo dell’opera se non con il consenso del Municipio. Se l’intenzione del Municipio è quella di realizzare in loco una PALESTRA PUBBLICA MULTIDISCIPLINARE MUNICIPALE CON PISCINA, la “filosofia del fare”, così poco perseguita al Comune di Roma, imporrebbe di battere questo percorso. Del resto c’è un esempio illuminante e di successo proprio nel Municipio Centro Storico. Intendo la gestione dei locali dell’ex dopolavoro dei Monopoli di Stato (Largo Ascianghi) effettuata dall’associazione Roma 1. Il problema è sempre quello che il Municipio indica il suo obiettivo ma poi i soldi per la sua realizzazione li deve tirar fuori l’amministrazione centrale. In Largo Ascianghi ciò è stato possibile perché i locali erano già praticamente utilizzabili chiavi in mano. Quindi il comune – a mio parere – dovrà fare la sua parte. A meno che la realizzazione della struttura e la sua gestione non venga affidata ai privati. Ma in tal caso il parere favorevole del Municipio sarebbe più difficile da ottenere. Al consigliere municipale faccio presente di ponderare l’affermazione “i cittadini sono sempre stati di questo parere”. Quali cittadini? Al tempo della mia direzione del mercato pochissimi operatori avrebbero voluto trasferirsi. Siano stati essi grossisti, produttori o commercianti. Gli avvocati e molti esponenti della città giudiziaria premevano per un parcheggio multipiano anche a pagamento. Tutti (e dico TUTTI) i clienti che, in orario di pubblico, acquistavano i fiori al mercato, si dicevano contrari al trasferimento alla Magliana o in Via Togliatti o a Guidonia. Non sono cittadini anch’essi? Infine, a Gianfranco Piccioni suggerisco di riprendere in mano il progetto di adeguamento del nuovo Mercato dei Fiori nelle aree di Via Togliatti, che avevamo iniziato a elaborare in passato. Il sottoscritto è disposto. Ho detto la mia.
Gianfranco Piccioni
Sono d’accordo. Il Mercato all’ingrosso dei Fiori è da ottobre 2022 in una precarietà
distruttiva. Il danno che subisce il settore florovivaistico provinciale e regionale è immenso. Una filiera agricola ha disperato bisogno del mercato all’ingrosso. Le facili soluzioni, vedi Pino Pascali 31, possono essere subito cantierizzabili. La sinergia con in Mercato all’ingrosso delle Carni e la vicina officina dei tram, rendono possibile la realizzazione di un mercato a livello europeo con l’integrazione delle academy aziendali e servizi di settore urbano. Peccato che da due anni il tema è scomparso dal dibattito e dagli atti.
Claudio Minelli
Visioneroma da tempo sta proponendo quanto riaffermato da Piccioni per un nuovo mercato dei fiori.
“La sinergia con in Mercato all’ingrosso delle Carni e la vicina officina dei tram, rendono possibile la realizzazione di un mercato a livello europeo con l’integrazione delle academy aziendali e servizi di settore urbano”.
E’ l’altro tema relativo al mercato dei fiori.
Abbiamo la fortuna di avere Tobia Zevi tra i nostri soci (ed amici) rivolgiamo a lui quest’appello, anche se la diretta interessata e’ l’assessora Lucarelli.
Federico Bardanzellu
Faccio presente che gli operatori del settore corrispondevano gli oneri di concessione per uno spazio nella struttura del Trionfale. Sono stati trasferiti dall’oggi al domani con i danni economici citati da Gianfranco. Fortunatamente, a tutt’oggi, non mi risultano ancora contenziosi con l’amministrazione. Ma una soluzione migliore va trovata e l’area di via Togliatti individuata da Gianfranco mi sembra perseguibile. Vanno risolti però i problemi con l’ama, tuttora proprietaria del terreno.
Gianfranco Piccioni
In merito della proprietà AMA del Compendio Centro Carni. Il TAR si è espresso, nel 2010, sull’annullamento della DAC n. 85/2009 che l’AMA per quanto privata è una articolazione dell’ente. Ergo l’area è nella disponibilità di Roma Capitale.
Federico Bardanzellu
I bilanci però sono separati e mi sembra che il valore dell’area sia ancora a bilancio AMA come patrimonio della stessa. Quanto meno lo dovranno scorporare in cambio di una somma/valore patrimoniale corrispondente. Diversamente falliscono. Contraddicimi se sbaglio.
Gianfranco Piccioni
La penso come te. Il conferimento con la Delibera di due anni fa è di fatto annullato, manca la pratica riconsegna. Vedi, in merito, l’articolo su Visioneroma, deve essere restituito ad AMA che lo deve riconsegnare all’Ente. Se, per quanto scomparso da tutti i dibattiti, è evidente che è un problema di soldi. Come 15 anni fa, come fare per non far fallire AMA? Bel quesito.
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