GIUSTIZIA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE PIERO SANDULLI

GIUSTIZIA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE

 

La Camera dei Deputati ha approvato la legge sulla separazione delle carriere tra Magistratura giudicante e Magistratura inquirente. Non sono pregiudialmente contrario a tale separazione che è la conseguenza logica della riforma del processo penale intervenuta nel 1988, con il ministro Vassalli.

Il tema è piuttosto quello di garantire la indipendenza dei pubblici ministeri, affinché non vengano fagocitati dal potere politico ( rectius: partitico). Sarà necessario predisporre tutti i contrappesi per garantire a pieno detta indipendenza.

 

Piero Sandulli

 

 

I PICCOLI PENSIERI DI UN GIURISTA POSSONO AFFRONTARE ARGOMENTI CHE VANNO OLTRE L’AREA PRIVILEGIATA DI VISIONEROMA : ROMA E LE SUE PROBLEMATICHE,  PERO’ TOCCANO PROBLEMI IMPORTANTI PER LA VITA DEI CITTADINI E SONO DI STIMOLO PER L’APERTURA DI COMMENTI E DISCUSSIONI CHE SARANNO SEMPRE OSPITATI NELLA RUBRICA.

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Una risposta

  1. wp_11225883 ha detto:

    I PICCOLI PENSIERI DI UN GIURISTA POSSONO AFFRONTARE ARGOMENTI CHE VANNO OLTRE L’AREA PRIVILEGIATA DI VISIONEROMA : ROMA E LE SUE PROBLEMATICHE. PERO’ TOCCANO PROBLEMI IMPORTANTI PER LA VITA DEI CITTADINI. PER QUESTO SONO DI STIMOLO PER L’APERTURA DI COMMENTI E DISCUSSIONI CHE SARANNO SEMPRE PRESENTI NELLA RUBRICA.
    NEL CASO SPECIFICO SEMBRA UTILE RIPORTARE LE MOTIVAZIONI DI COLORO CHE GIUDICANO MOLTO NEGATIVAMENTE QUESTA SCELTA ANCHE SE POI LA CRITICA PRINCIPALE COINCIDE CON L’INDICAZIONE FINALE DI PIERO SANDULLI.

    La posizione di Magistratura Democratica
    Mariarosaria Guglielmi
    Segretaria generale

    La riforma è contraria ai principi affermati in ambito europeo che incoraggiano l’autonomia del pubblico ministero come presupposto dell’indipendenza di tutto il potere giudiziario, per una giustizia equa, imparziale ed efficiente
    Un corpo separato di pubblici ministeri, addetto all’esercizio dell’azione penale e alla direzione della polizia giudiziaria, ma che non fa più parte della giurisdizione e risponde solo a se stesso, è destinato inevitabilmente a perdere la propria indipendenza dal potere esecutivo.
    Una prospettiva evidente anche nella stessa proposta di riforma, che interviene infatti sull’obbligatorietà dell’azione penale, oggi prevista in Costituzione a garanzia dell’eguaglianza dei cittadini, subordinando l’intervento del pubblico ministero alle scelte delle maggioranze parlamentari del momento. La proposta indebolisce inoltre il CSM non solo con la creazione di organi separati ma, per il Consiglio Superiore dei pubblici ministeri come per quello dei giudici, riducendo le competenze e la presenza dei magistrati da due terzi alla metà.
    Nonostante le finalità dichiarate, la riforma rimette in discussione il nostro modello di PM indipendente, proprio mentre i principi che si affermano in ambito europeo prevedono che dovrebbe essere incoraggiata in tutti i sistemi la tendenza generale a rafforzare l’indipendenza e l’effettiva autonomia del pubblico ministero, in quanto “corollario indispensabile” dell’indipendenza di tutto il potere giudiziario, nel presupposto che i pubblici ministeri contribuiscono ad assicurare che lo stato di diritto sia garantito e concorrono ad un’amministrazione della giustizia equa, imparziale ed efficiente (parere del Consiglio Consultivo dei Procuratori Europei n. 9 del 2014).

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