ROMA OVVERO L’IMMOBILITA’ SOSTENIBILE – GIANLUCA SANTILLI

ROMA OVVERO L’IMMOBILITA’ SOSTENIBILE

La nostra Capitale è ancora prima in Italia per traffico automobilistico e la cosa grave è che non fa neanche notizia.

E’ stata appena pubblicata la ricerca Inrix Global TrafficScorecard che analizza le tendenze su congestione e mobilità in 100 città del mondo.

Roma è la peggiore d’Italia per caos da traffico e per ore perse da ogni automobilista, nel 2020.

Stanno messe meglio megalopoli come Mexico City, Los Angeles, San Paolo e Istanbul.

Diciottesimo posto nonostante lockdown e smart working.

Questo pessimo risultato, che la Capitale si porta dietro grazie allo scriteriata gestione di tante, troppe Amministrazioni, con l’ultima è addirittura diventato una beffa, perché era stata messa al primo posto del programma elettorale proprio la mobilità sostenibile.

Ci si chiede come sia possibile che, proprio quando le più importanti metropoli come Parigi, Londra e New York investono e considerano prioritaria la mobilità sostenibile per il futuro della città, Roma appaia amorfa ed estranea a questo tema.

Il Covid ha smascherato ogni alibi a favore della mobilità incentrata sull’auto privata.

Inutile nascondere il vero problema e non a caso ogni piano di mobilità punta a limitare drasticamente se non addirittura ad eliminare l’auto privata dalla circolazione cittadina.

A Roma nulla. Pare che l’Amministrazione di turno sia terrorizzata dal partito degli automobilisti e non si renda conto che tanti farebbero molto volentieri a meno dell’auto se potessero spostarsi in modo efficiente e sostenibile in città.

La Giunta Raggi, forse per dare un senso alla sua ricandidatura, aveva annunciato oltre 100 km di ciclabili entro il 2020. Ne sono state realizzate poco più di 10 km.

Il trasporto pubblico; gestito da ATAC, una municipalizzata agonizzante, non offre alcuna reale soluzione a quella multimobilità sostenibile che dovrebbe invece essere il perno per gli spostamenti che consentano di lasciare l’auto in garage.

Eppure, anche i politici meno miopi hanno capito che la mobilità sostenibile, che funge da solida piattaforma sulla quale realizzare le smart cities, attivando una moderna rigenerazione urbana, porta voti.

Eclatante è il caso di Anne Hidalgo, rieletta a furor di popolo a Parigi e, dalle nostre parti, di Antonio Decaro, Sindaco di Bari, eletto al secondo mandato con maggioranze bulgare, grazie alla mobilità sostenibile, servita per una riqualificazione data per impossibile, che ha consentito a Bari di essere tra le città più attraenti d’Italia.

E non è certo diventato pazzo De Blasio, sindaco di New York, la cui visione è quella di trasformare le strade dando più spazio ai pedoni e ai ciclisti e di limitare al massimo la circolazione delle auto.
Tre i punti principali della rivoluzione contro il mezzo a quattro ruote che hanno una qualche assonanza su quanto si potrebbe fare a Roma.

Bridges for the People” (ponti per le persone) con la costruzione di piste ciclabili dedicate lungo le carreggiate delle auto sul ponte di Brooklyn e quello di Queensboro.

Bike Boulevards” in tutte e cinque le municipalità ovvero strade che danno la priorità ai ciclisti invece che alle auto.

Open streets permanente e quindi chiusura delle strade al traffico per consentire ai ristoranti di accomodare i clienti all’aperto durante la pandemia, che sarà estesa anche al post Covid-19.

A Roma, invece, il GRAB (Grande raccordo anulare delle biciclette), 45 km prevalentemente nei parchi urbani, è stato finanziato nel 2017 ma ad oggi non sono stati ancora emanati i bandi per la sua realizzazione.

Viceversa, si punta all’auto elettrica come se stare in fila con 100 auto elettriche davanti, al posto di 100 a benzina o diesel, possa avere una qualche influenza sul traffico. Al massimo ci sarà meno inquinamento ed un impatto acustico inferiore ma di certo nulla cambierà ai fini dei parametri della impietosa classifica sul caos da traffico e ore perse chiusi all’interno di un’autovettura, che poi devi pur sempre parcheggiare.

Ma quello che davvero stona è l’assenza del tema dal seppur ancora debole dibattito politico che chi avrà l’ambizione di gestire Roma durante il post Covid ed il Giubileo del 2026, dovrebbe aprire.

E pensare che da un mese il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è diventato Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile…

Gianluca Santilli

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